L’8 novembre 2018, durante una conferenza presso il Museo dello Spionaggio di Berlino, l’economista tedesco Folker Hellmeyer e il giornalista economico italiano Claudio Celani, vicepresidente di MoviSol, hanno chiesto ai governi tedesco e italiano di adottare una legge di separazione bancaria seguendo il modello del Glass-Steagall Act del 1933 e di entrare pienamente in cooperazione con la Cina nella costruzione della Nuova Via della Seta, altrimenti detta Belt and Road Initiative (BRI).

D’accordo sul nesso causale tra la deregolamentazione bancaria, iniziata per Hellmeyer il 27 ottobre 1986 con il “Big Bang” della borsa di Londra e – come ha ricordato Celani – inclusa con la direttiva 646/89 dell’UE istitutiva del sistema delle banche universali, e la crisi finanziaria mondiale, i due esperti considerano inevitabile una prossima crisi globale, benché con modalità e tempi differenti. La soluzione sta nel ripristino della netta separazione tra banche ordinarie e banche d’affari, al fine di tutelare l’economia fisica attualmente saccheggiata dal settore finanziario destinato al crac, e di porre fine al ricatto delle banche cosiddette Too-Big-To-Fail.

Secondo i due relatori, l’UE dovrebbe aderire all’Iniziativa Belt and Road e prendere la Cina come esempio di sapiente uso degli investimenti in innovazione e infrastrutture. Di grande importanza è anche la cooperazione trilaterale con Cina e Africa, per lo sviluppo di quest’ultima.

Hellmeyer e Celani sono stati invitati a dibattere sulla proiezione del film “Morte di un banchiere” del regista Moritz Enders, nel quale è ricostruita la crisi della più vecchia banca del mondo, Monte dei Paschi di Siena, quale contesto del presunto suicidio del responsabile della comunicazione David Rossi, avvenuto nel 2013.

La discussione ha toccato anche l’attuale crisi dell’UE e il rifiuto delle politiche di austerità da parte del nuovo governo italiano. In quel momento essa s’è ravvivata, non appena Hellmeyer ha accusato l’Italia di disunire la “famiglia” europea e Celani ha invece denunciato come fallimentari le politiche europee nel nome delle quali viene criticato il comportamento italiano. I due hanno convenuto, tuttavia, che l’Italia non avrebbe dovuto adottare l’euro e che questa moneta unica è frutto di un costrutto geopolitico.