Abbiamo chiesto ad Antonio Maria Rinaldi di spiegare meglio la proposta di un nuovo sistema di Bretton Woods, di cui ha parlato ai media britannici. Rinaldi è convinto che occorra un sistema di parità tra le monete sovrane che offra “la giusta flessibilità del cambio” come strumento per riequilibrare gli squilibri commerciali.
Il sistema originale di Bretton Woods non consisteva solo in cambi fissi ma aggiustabili, ma anche in un sistema di regole che tenevano la finanza sotto controllo. Questo deve essere anche l’obiettivo del nuovo sistema, ha spiegato Rinaldi. Per esempio va reintrodotta la separazione tra banche commerciali (ordinarie) e banche d’affari, per impedire che “i danni, le porcherie create dalle banche d’affari vengano pagati dalla collettività”. È inaccettabile che alle banche ordinarie siano dati degli ultimatum per liberarsi dei prestiti incagliati, mentre non vi sono regole per le banche piene di derivati. Inoltre, alle banche d’affari è permesso di fornire la propria stima del valore degli attivi!
Un passo molto importante, secondo Rinaldi, sarebbe quello di estendere alle banche d’affari le regole di capitalizzazione attualmente applicate alle banche commerciali.
Il popolare parlamentare europeo aveva appena finito di votare, con la Lega, contro l’attivazione del MES e anche contro una proposta dei Verdi di emettere “Coronabond” garantiti dal bilancio dell’UE.
“Diciamo no agli Eurobond”, ha spiegato, “perché fanno parte di un pacchetto che comprende l’attivazione del MES”. Inoltre, gli Eurobond verrebbero con forti condizionalità. “Pochi sembrano aver capito che l’introduzione degli Eurobond avrebbe un impatto devastante sul resto del debito pubblico. Grazie al rating di ‘senior’, essi farebbero retrocedere automaticamente il debito non in Eurobond. È una sentenza di morte sul debito pubblico, ecco perché diciamo ‘No'”.