Nelle scorse settimane si sono moltiplicati gli allarmi sull’imminenza di un nuovo collasso del sistema finanziario transatlantico, formulati dal FMI, dalla Banca per i Regolamenti Internazionali, dalla Deutsche Bank, ecc. Questo, mentre cresce l’interesse per l’Iniziativa Belt and Road della Cina (BRI) , basata su un approccio diverso, quello dello sviluppo dell’economia fisica e non di quella finanziaria. Questo è stato un tema discusso al vertice annuale della Banca Mondiale e del FMI la scorsa settimana a Washington. Il presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim si è espresso molto favorevolmente nei confronti della BRI, affermando di voler collaborare con “ogni singolo Paese” coinvolto. La cooperazione con la Banca Asiatica per gli Investimenti Infrastrutturali (BAII/AIIB), ha aggiunto, sta funzionando bene. La cosa è stata confermata da Jin Liquin, il capo della BAII.

Un fattore strategico chiave in questa dinamica sarà il viaggio di Donald Trump in Asia, che inizierà il 3 novembre con una visita di stato in Cina, dove, oltre ai dirigenti cinesi, incontrerà anche altri leader ai vertici dell’APEC e dell’ASEAN, tra cui forse Vladimir Putin. Se Trump decidesse di aderire a pieno titolo alla BRI, questo sarebbe un game-changer internazionale. Esso non solo aprirebbe la porta agli investimenti cinesi nelle decrepite infrastrutture americane, ma getterebbe anche le basi per risolvere numerosi conflitti in corso, improntando la cooperazione su fermi capisaldi reciprocamente vantaggiosi e costruendo un nuovo modello di relazioni internazionali.

C’è da aspettarsi quindi un’escalation degli attacchi a Trump dal fronte “golpista” interno, che teme la fine dell’era della geopolitica. Anche se il livello di “fake news” e di vere e proprie menzogne su Trump e sulla sua Presidenza propagate dai media ha raggiunto tali enormi proporzioni che è difficile immaginare che cos’altro si possa tirare fuori.

Il segretario di Stato Rex Tillerson (nella foto, con Xi Jinping) ha affrontato questo tema in due interviste concesse alla CNN e alla CBS il 15 ottobre, in cui ha smentito decisamente le voci sulle presunte differenze di opinioni tra lui e il Presidente. Su coloro che sostengono che avrebbe definito Trump “un deficiente” ha detto: “Questi sono i giochi di Washington, i giochi distruttivi di questa città. E io sono alquanto sorpreso che voi dedichiate tanto tempo su di essi, quando ci sono tanti temi nel mondo”.
Sulle relazioni con la Cina, Tillerson ha detto: “Ci sono dei canali molto, molto buoni con i cinesi. Il Presidente ha un ottimo rapporto con il Presidente Xi. Io ho un ottimo rapporto con il Consigliere di Stato [Yang Jiechi]”.

Sullo stile personale di Trump, il capo della diplomazia americana ha fatto notare che “il Presidente è una persona molto poco convenzionale, come sappiamo, in quanto alle maniere con le quali comunica; come egli ama creare eventi che costringono all’azione. E così, egli spesso fa dei passi per smuovere le acque quando pensa che le cose non si muovano”.

Questi temi saranno al centro della conferenza internazionale dello Schiller Institute che si terrà il 25-26 novembre nei pressi di Francoforte.