Un grande fisico americano, Harold Lewis, ha sferrato un duro colpo alla American Physical Society (APS) in una lettera con cui, il 6 ottobre, ha rassegnato le dimissioni. Lewis ha accusato l’APS di bloccare deliberatamente ogni dibattito o revisione scientifica della teoria del riscaldamento globale, per bassi motivi finanziari.

Harold Lewis è Professore Emerito di Fisica presso l’Università della California, ex Presidente della sessione tecnologica del Defense Science Board (Pentagono), ex membro del Consiglio sulla Sicurezza dei Reattori [nucleari], e presidente di uno studio dell’APS sulla sicurezza dei reattori, Co-fondatore ed ex Presidente di JASON, ex membro del Consiglio Scientifico dell’aviazione militare americana, veterano della marina della seconda guerra mondiale.

Il motivo è la corruzione all’interno della nota istituzione scientifica, in rapporto allo studio del clima. Lewis afferma che si è ormai realizzato ciò da cui “esattamente” il Presidente americano Eisenhower “aveva messo in guardia mezzo secolo fa”.

In seguito allo scoppio dello scandalo del “climategate” nel centro di ricerca dell’East Anglia, Lewis aveva chiesto all’APS che fosse condotta una revisione della vicenda, riscontrando nell’associazione l’intenzione di bloccare ogni analisi, tramite trucchi e inganni vari.

Paragonando la situazione della ricerca oggi agli anni sessanta, Lewis scrive: “Come sono cambiate le cose, ora. I giganti non calcano più la terra, e i flussi di denaro sono diventati la raison d’être di molta della ricerca fisica, il sostentamento vitale di una sua porzione ancor maggiore, e forniscono il sostentamento ad un indicibile numero di occupazioni professionali. Per ragioni che diverranno presto chiare, quel mio orgoglio di essere per tutti questi anni un Membro dell’APS è stato trasformato in vergogna, e sono costretto, senza alcun piacere in questo, a rassegnare le mie dimissioni dalla Società. Naturalmente è stata la frode del riscaldamento globale, con le (letterali) migliaia di miliardi di dollari che la alimentano, che ha corrotto così tanti scienziati e ha governato l’APS come un’onda anomala. Si tratta della più grande e riuscita frode pseudoscientifica che abbia mai visto nella mia lunga carriera di fisico. Chiunque abbia il minimo dubbio su questo, dovrebbe costringersi a leggere i documenti del ClimateGate, che parlano chiaro… Non credo che un vero fisico, un vero scienziato, possa leggere quella roba senza un senso di repulsione. Di quella repulsione farei quasi la definizione della parola ‘scienziato'”.

Nella lettera, Lewis ricostruisce come i vertici dell’APS abbiano agito subdolamente prima per impedire una discussione sul Climagate, poi per aggirare le norme statutarie che obbligano ad accettare petizioni quando queste sono firmate da un numero sufficiente di membri, avviando una contropetizione su testo stilato dopo l’apposizione delle firme! Dopo la minuziosa ricostruzione, Lewis conclude:

“Sento il bisogno di aggiungere una cosa ancora, che è una congettura, poiché è sempre rischioso mettere in discussione i motivi altrui. Questo schema della APS HQ è così strampalato che di esso non può esservi una spiegazione semplice. Alcuni sostengono che i fisici di oggi non sono più così in gamba come una volta, ma non credo che questo sia un vero tema. Credo che il tema sia il denaro, esattamente ciò da cui Eisenhower ci mise in guardia mezzo secolo fa. In verità girano migliaia di miliardi di dollari, per tacere della fama e della gloria (e frequenti viaggi nelle isole tropicali ed esotiche) che accompagnano l’appartenenza al club. Il tuo Dipartimento di Fisica (del quale sei presidente) perderebbe milioni di dollari ogni anno se la bolla del riscaldamento globale scoppiasse. Quando l’Università dello Stato della Pennsylvania assolse Mike Mann dall’accusa di scorrettezze e l’Università dell’East Anglia fece lo stesso con Phil Jones, non potevano ignorare le penalità finanziarie cui sarebbero incorse qualora si fossero comportate altrimenti. Come dice il vecchio proverbio, non serve essere meteorologi per sapere in che direzione soffia il vento. Poiché non sono un filosofo, non esplorerò la profondità cui l’illuminato interesse personale si spinge, trasformandosi in corruzione, ma un’attente lettura delle rivelazioni sul ClimateGate chiarifica che questa non è una questione accademica.”