L’economista Michele Geraci, grande conoscitore di Cina, ha sintetizzato così il risultato del XXIII vertice UE-Cina tenutosi per video il primo aprile: “Mentre il messaggio di Xi è stato di distensione, Von der Leyen e Michel sono partiti con il solito, oggi inopportuno, repertorio di accuse: diritti umani, Xinjiang, Taiwan (ma perché, poi?), opere contro la pace in Ucraina. Un disastro”.
All’inizio del vertice la presidente dello Schiller Institute Helga Zepp-LaRouche (foto) è stata intervistata nel programma “Dialogue Weekend” dell’emittente televisiva CGTN e ha fatto notare che l’UE aveva annunciato in anticipo di volere che quello dell’Ucraina fosse praticamente “l’unico tema” sull’agenda dei lavori e che Pechino esercitasse pressioni su Mosca nonostante la Cina aveva manifestato chiaramente di non volersi schierare. “Tuttavia, dato il fatto che l’economia dell’UE è in caduta libera e l’assommarsi delle sanzioni al Covid, l’Europa non si trova affatto in una posizione di forza”.
D’altro canto, “la Cina ha una concezione che penso si presti ad un ruolo di mediazione; mi riferisco all’idea del Presidente Xi di un futuro condiviso da tutta l’umanità. Penso che questa sia attualmente la concezione più importante, dato il fatto che ci troviamo nella situazione strategica più pericolosa da quella della crisi dei missili di Cuba. Ciò di cui abbiamo veramente bisogno – e penso che la Cina sia in una posizione unica per farlo – è la proposta di una nuova architettura di sicurezza internazionale che prenda in considerazione gli interessi di ogni singolo paese del pianeta”.
Effettivamente, durante il vertice Xi ha presentato una proposta in quattro punti per affrontare le crisi ucraina: 1) promuovere i colloqui di pace; 2) impedire una crisi umanitaria su vasta scala; 3) promuovere una pace durevole in Europa e sul continente Eurasiatico; e 4) impedire che il conflitto regionale si espanda su un’area più vasta.
Inoltre, Xi ha ammonito che le sanzioni (che ha chiamato “la militarizzazione dell’economia mondiale”) “scateneranno gravi crisi nella finanza, nel commercio, nell’energia, nelle tecnologie, nel cibo, nell’industria e nelle filiere mondiali, tra l’altro”, per riprendersi dalle quali potrebbero essere necessari anni o decenni.
Come in un dialogo tra sordi, Ursula von der Leyen ha twittato dopo il vertice che “ci deve essere rispetto per il diritto internazionale e per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”, per i quali “la Cina, come membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ha una responsabilità speciale”. Ha poi emesso gli ordini: “La Cina deve: cessare le ingiustificate misure commerciali contro la Lituania; togliere le sanzioni contro i membri del Parlamento Europeo; affrontare le preoccupazioni globali per i diritti umani e i diritti del lavoro, specialmente nello XinJiang; e migliorare l’accesso e le condizioni per le imprese dell’UE nel suo mercato”.
La von der Leyen aveva fatto simili affermazioni nella conferenza stampa con Michel dopo il vertice. Non è chiaro se le abbia fatte durante la discussione con Xi o se le abbia aggiunte per abbondare, ma è comunque alquanto oltre il limite, perfino per una persona isterica e prepotente come la von der Leyen.
Ad ogni modo, è stato sufficiente perché Geraci commentasse che dopo “La conferenza stampa della signora von der Leyen dopo il summit UE-Cina, si è avuta conferma che 1) Non cercano la pace, ma il confronto con mondo; 2) Non sono in grado risolvere i problemi; 3) Faranno un grave danno ai paesi membri; 4) Sono arroganti; 5) Chi li sostiene è complice”.