Nelle ultime settimane del suo mandato, il Segretario di Stato americano Mike Pompeo ha lavorato febbrilmente per avvelenare ulteriormente i rapporti internazionali. Oltre alle sparate contro la Cina e il PCC, Pompeo ha accusato l’Iran di essere la nuova base di Al Qaeda e ha imposto sanzioni ad altre imprese iraniane. La cosa più allarmante, tuttavia, è stato l’annuncio, il 10 gennaio, che definisce ufficialmente il movimento Houthi Ansarallah dello Yemen come Organizzazione Terroristica Straniera, con effetto dal 19 gennaio. Questa decisione, secondo il direttore del Programma alimentare mondiale David Beasley, “sarà letteralmente una condanna a morte per centinaia di migliaia, se non milioni, di persone innocenti nello Yemen”.
Parlando al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 14 gennaio, Beasley ha messo da parte la dichiarazione preparata per parlare “col cuore”. I 17 milioni di yemeniti (su 30) che dipendono da fornitori commerciali internazionali di generi alimentari vedranno scomparire il loro cibo, ha detto, dato che i fornitori si ritireranno, per paura di ritorsioni da parte degli Stati Uniti. Gli altri 13 milioni che ricevono una qualche forma di aiuto alimentare non ne avranno abbastanza, data la mancanza di risorse sufficienti da parte del PAM. Mentre per il 2021 sono necessari almeno 1,9 miliardi di dollari per evitare la carestia, le donazioni confermate ammontano a soli 386 milioni. Già ora, le razioni del PAM a 9 milioni di persone sono state dimezzate e senza l’assistenza necessaria, a partire da febbraio, si potranno fornire solo quarti di razione.
Le dichiarazioni di Beasley hanno più peso di altri negli Stati Uniti, in quanto prima di essere stato scelto da Trump per il PAM, egli era governatore della Carolina del Sud. Beasley ha ringraziato gli Stati Uniti per aver donato 3,75 miliardi di dollari al PAM nel 2020, ma ha insistito sul fatto che l’inclusione degli Houti nella lista delle organizzazioni terroristiche “deve essere rivalutata e, francamente, deve essere annullata”.
Martin Griffiths, inviato speciale dell’ONU per lo Yemen, e il sottosegretario generale dell’ONU per gli affari umanitari Mark Lowcock hanno testimoniato alla stessa udienza del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Griffiths ha detto di temere che la decisione avrebbe “inevitabilmente avuto un effetto agghiacciante sui miei sforzi per riunire le parti”. Lowcock ha sottolineato che le aziende commerciali che forniscono cibo allo Yemen e altri fornitori globali, inclusi spedizionieri e assicuratori, probabilmente sospenderanno le consegne, in quanto “temono di essere accidentalmente o in qualche modo coinvolti in un’azione normativa statunitense che li metterebbe fuori gioco o dietro le sbarre”.
David Beasley ha invitato gli Stati del Golfo “ad assumersi l’onere delle spese umanitarie per questo problema nello Yemen”, il che è ragionevole. Ma per salvare davvero il popolo yemenita, la guerra atroce condotta dall’Arabia Saudita e dai suoi alleati contro questo piccolo Paese deve essere fermata.