Mentre i banchieri centrali, come previsto, sono usciti dal convegno annuale di Jackson Hole (26-28 agosto) senza un coniglio dal cilindro, il FMI è stato con discrezione mobilitato per cercare di disinnescare la bomba, pronta ad esplodere, del debito dei Paesi sottosviluppati.
Donald Kohn (foto), ex vicepresidente della Federal Reserve in carica per la sorveglianza bancaria, ha comunque messo in guardia dal crac dietro l’angolo e dall’esplosione della bolla del debito globale che, derivati inclusi, è stimata in oltre un quadrilione (un milione di miliardi) di dollari (https://goldsilver.com/blog/the-global-debt-bomb-debt-derivatives-over-1-quadrillion-dollars/). Kohn ha sollecitato supervisori e legislatori a muoversi in fretta: “è urgente affrontare i rischi alla stabilità finanziaria… ma l’attuale situazione è piena di rischi inaspettati insolitamente grandi. Se si concretizzassero, potrebbero spingere il sistema finanziario ad amplificare gli shock, mettendo a rischio l’economia” (https://www.kansascityfed.org/documents/8333/Jackson_Hole-Kohn.pdf).
Mentre Kohn leggeva il suo intervento a Jackson Hole, Il FMI annunciava il salvataggio di uno dei più fragili segmenti del sistema, il debito estero dei Paesi poveri, che è esploso a causa della pandemia di Covid-19. L’istituto guidato dalla Georgieva (entusiasta sostenitrice del Great Reset) ha stanziato 650 miliardi di dollari in cosiddetti Diritti Speciali di Prelievo (SDR) per 215 Paesi membri. (https://www.imf.org/en/News/Articles/2021/07/30/pr21235-imf-governors-approve-a-historic-us-650-billion-sdr-allocation-of-special-drawing-rights).
Il tempismo dello stanziamento e la natura stessa degli SDR dimostrano che il FMI tenta di disinnescare una “bomba del debito”, il collasso dei debiti impagabili dei Paesi sottosviluppati esplosi dopo diciotto mesi di blocco dell’economia dovuta alla pandemia. L’azione è simile all’espansione di liquidità con il Quantitative Easing messo in atto dalla BCE, dalla Fed e altre banche centrali per cercare di impedire che la “bolla omnibus” del debito delle imprese e delle famiglie negli USA e in Europa esploda in un nuovo crac finanziario.
Lo stanziamento del FMI suona come una grossa cifra, ma si tratta solo del diritto dei Paesi membri di prendere in prestito la propria quota per un periodo indefinito, al fine di ripagare il debito estero, rimandando l’insolvenza. Quale sarà il passo successivo? Presto, chiederà alle nazioni più forti di accrescere le loro quote in modo da riempire le casse, come fece nel febbraio 2009, poco dopo il crac globale del 2008, quando chiese 500 miliardi di dollari al G20.
Ma non si tratta solo di disinnescare la “bomba del debito” dei Paesi poveri; quella degli SDR è una mossa con cui il FMI esige l’autorizzazione – mai concessa dagli accordi di Bretton Woods – di fungere da prestatore di ultima istanza per i Paesi super-indebitati, ai quali fornirebbe le entrate necessarie a pagare i debiti verso le grandi banche ed altri istituti finanziari multilaterali. Questo vero e proprio spreco definisce la differenza tra stupido denaro e credito.
Il credito, prestiti produttivi elargiti dalle grandi nazioni sovrane a nazioni in via di sviluppo egualmente sovrane per la crescita e l’industrializzazione, è l’elemento cruciale di cui c’è urgentemente bisogno per cambiare paradigma, abbandonando le guerre senza fine e costruendo la pace attraverso lo sviluppo.
Il FMI sottrae di fatto credito alle economie avanzate e lo passa come stupido denaro (nuovo debito) per rifinanziare debiti impagabili. Ciò era proibito dagli accordi di Bretton Woods che istituirono il FMI e ci regalarono un sistema monetario internazionale sano e funzionante dal 1945 al 1971.
L’ultima volta che il FMI usò questo schema, nel 1982, Lyndon LaRouche godeva di grande stima tra i leader dei Paesi in via di sviluppo, e disse loro che il FMI non avrebbe risolto la “bomba del debito del terzo mondo” degli anni ottanta; che il debito avrebbe dovuto essere riorganizzato come fece Hamilton per la giovane repubblica americana e costituire la base per nuovo credito allo sviluppo. LaRouche aveva ragione: il FMI non fece che far esplodere quella bomba.