Dmitry Trenin (a destra nella foto), ricercatore presso la Scuola di Alti Studi Economici (SASE), membro dell’Istituto di Economia Mondiale e Relazioni Internazionali e del Consiglio russo per gli Affari Internazionali, è intervenuto nel dibattito internazionale sull’uso di armi nucleari che era stato suscitato da Sergei Karaganov, presidente del Consiglio di Politica Estera e di Difesa e preside della facoltà di Economia Mondiale e Affari Internazionali della SASE. Karaganov aveva scritto un articolo per la rivista Russia negli Affari Globali il 13 giugno, intitolato “Una decisione difficile ma necessaria”.
Trenin ha espresso il suo parere il 23 giugno sulla stessa rivista, in un articolo intitolato “Il conflitto in Ucraina e le armi nucleari”. L’articolo è stato tradotto in inglese (https://russiancouncil.ru/en/analytics-and-comments/comments/the-us-and-its-allies-are-playing-russian-roulette-you-d-almost-think-they-want-a-nuclear-war/).
Concordando con il giudizio che il timore dell’uso di armi nucleari per risolvere i conflitti stia scemando tra gli ambienti politici e militari, Trenin considera che, seguendo i consigli di Karaganov il pericolo che si finisca con lo scatenare l’Apocalisse permane. Egli propone che la Russia debba chiarire bene in quali situazioni essa ricorrerebbe all’uso dell’arma nucleare, in modo da ripristinare la paura dell’Apocalisse.
Putin ha ripetutamente fatto capire che la dottrina nucleare russa non è cambiata, scrive Trenin, ma l’effetto deterrente è diminuito, anche se rimane un’opzione. Egli, quindi, sostiene che ciò è in parte dovuto al fatto che “gli USA si sono ora prefissati l’obiettivo – impensabile durante la Guerra Fredda – di cercare di sconfiggere un’altra superpotenza nucleare in una regione strategicamente importante, senza ricorre all’arma nucleare, ma armando e controllando un paese terzo”.
La strategia di escalation degli Stati Uniti, che sta passando agli F16 e ai missili a lungo raggio, si basa probabilmente sul presupposto che la leadership russa stia bluffando, come farebbero capire le reazioni americane al dispiegamento delle armi nucleari in Bielorussia.
“Tale ‘impavidità’ è il risultato diretto dei cambiamenti geopolitici degli ultimi tre decenni e del ricambio generazionale al potere negli USA e nell’Occidente in generale.
“La paura della bomba nucleare, presente nella seconda metà del ventesimo secolo, è scomparsa. Le armi nucleari sono state tolte dall’equazione. La conclusione è chiara: non c’è bisogno di aver timore di una reazione russa”.
Tuttavia, afferma Trenin, l’escalation conduce ad uno scontro diretto tra NATO e Russia e ad una potenziale Apocalisse nucleare. Su questo piano inclinato, che chiama Roulette Russa, la strategia di Mosca è stata quella di permettere al nemico di prendere l’iniziativa, cosa con cui egli non concorda.
“Non ha senso per il Cremlino proseguire su questa strada. Al contrario, un’idea migliore è quella di chiarire e modernizzare la nostra strategia di deterrenza nucleare, prendendo in considerazione l’esperienza pratica del conflitto ucraino. Le regole dell’attuale dottrina furono formulate non solo prima dell’attuale operazione militare speciale, ma apparentemente anche senza un’idea precisa di che cosa possa accadere nel corso di una situazione del genere”.
Trenin prosegue affermando che questo chiarimento dovrebbe essere “accompagnato da un dialogo credibile sia con i nostri partner strategici che con gli stati neutrali, spiegando i motivi e gli obiettivi delle nostre azioni. La possibilità di usare le armi nucleari nell’attuale conflitto non deve essere nascosta. Questa prospettiva reale, non semplicemente teorica, dovrebbe essere un incentivo a limitare e fermare l’escalation della guerra e in ultima analisi aprire la strada a un equilibrio strategico soddisfacente in Europa”.
L’analista russo, quindi, confuta l’argomentazione di Karaganov, riconoscendo che, mentre gli USA potrebbero non rispondere immediatamente con armi nucleari una volta che la Russia le abbia usate in Ucraina, la successiva escalation potrebbe condurre a risposte asimmetriche di Washington che porterebbero ad una guerra Russia-NATO su vasta scala, col potenziale di scambio nucleare. Conclude affermando che, mentre Mosca potrebbe comunque vincere la guerra in Ucraina, anche questo condurrebbe ad un conflitto NATO-Russia.
“Per evitare una catastrofe generale è necessario reintrodurre la paura dell’Apocalisse in politica e nella coscienza pubblica. Nell’era nucleare è la sola garanzia per preservare l’umanità”.