Il Presidente degli Stati Uniti e sua moglie sono in Europa per il primo viaggio presidenziale. A partire da domani Biden parteciperà a tre vertici (G7 in Cornovaglia, 11-13 giugno; Vertice di Bruxelles dell’Alleanza Atlantica tra primi ministri e capi di stato, 14 giugno; Vertice di Ginevra con il Presidente russo Putin, 16 giugno). Sarebbe urgente una maggiore cooperazione tra i leader politici delle principali nazioni di fronte alle gravi necessità determinate dalle crisi di questo mondo: la pandemia in corso, la carestia e lo scontro tra potenze che rischia di degenerare in una guerra mondiale.

Le forze che si oppongono al potenziale di collaborazione internazionale e persino al principio del Bene Comune, tuttavia, sono decise a sabotare il vertice russo-americano, sia impedendolo, sia – qualora avvenisse – cercando di condizionarlo con lo schema previsto per trascinare intere nazioni nella fatale decostruzione ambientalista e/o in un impegno bellico. Ieri il Segretario di Stato Antony Blinken ha annunciato che affiancherà il Presidente Biden nell’incontro con il Presidente Putin. Non ne siamo sorpresi, ma riteniamo che tale affiancamento non sia propizio.

Blinken ha parlato alle audizioni alla Camera (7 giugno) e al Senato (oggi) volute dalla Commissione sugli Stanziamenti ed i Rapporti Internazionali, Ha sostenuto, fingendo viscidamente di rappresentare una posizione trasversale rispetto all’arco politico, che la Russia e la Cina sarebbero nemici degli Stati Uniti, in quanto si opporrebbero ai “valori” americani, ecc. Il congressista democratico Gerald Connelly ha sostenuto che la NATO non sia più esclusivamente un’alleanza difensiva nel senso militare, ma debba ora essere attiva “per la democrazia” contro capi di governo malvagi. “Deve costituire un antidoto contro Putin e Xi… La democrazia deve essere costruita all’interno dell’architettura della NATO”, per garantire la “resilienza democratica”. Blinken lo ha rassicurato, dicendo che se nel 2010, anno terminale del suo formato mandato “concettuale”, la Russia era ritenuta un “partner” e la Cina quasi non veniva citata, ora la difesa della democrazia da quelle nazioni deve diventare la legittimazione concettuale ufficiale della NATO. Come questo intervento, decine di altri interventi con vedute scioviniste hanno animato le audizioni. Il capo della NATO Jens Stoltenberg ha affermato la scorsa settimana che la NATO non è più un’alleanza militare, ma un’alleanza “militare-politica” e “globale”, quindi non più semplicemente “atlantica” come il nome farebbe intendere.

In linea con questa posizione, facendo tappa domani nella base aerea inglese di Mildenhall, che ospita l’unica base di rifornimento dell’aviazione americana in Europa, Biden parlerà ai suoi soldati. Il 10 giugno incontrerà il Primo Ministro britannico Boris Johnson. Questo incontro è stato presentato dai media come occasione per confermare il cosiddetto “rapporto speciale” tra Stati Uniti e Regno Unito. Il 13 giugno, oltretutto, con la moglie farà visita alla regina Elisabetta, nel castello di Windsor.

Questo allineamento politico è molto pericoloso, oltreché illusorio. Il sistema finanziario monetarista, associato a queste “rapporti speciali” che sono in realtà tra Wall Street e City di Londra, è giunto al termine. Non potrà andare avanti, visto il livello dell’iperinflazione. Siamo di fronte ad un bivio: o una rottura a favore di un nuovo paradigma di politica economica e di rapporti internazionali tra popoli e nazioni, oppure il caos, la miseria e, molto probabilmente, la guerra. La presidente dello Schiller Institute Helga Zepp-LaRouche ribadisce spesso che questo processo di iperinflazione rappresenta un cambiamento di fase epocale “non senza fine […] non un processo di infinita permanenza nel male”.

Una delle dimostrazioni di questo cambiamento di fase ineludibile è che sempre più gente muore di fame. I prezzi del cibo a livello internazionale sono aumentati, collettivamente, del 38% rispetto al maggio 2020 (vedi l’indice dei prezzi della FAO, 3 giugno). Il prezzo del mais è aumentato dell’89%, mentre quelli dei latticini fino al 28%.

Consideriamo la pandemia di Covid-19, soprattutto nel Sud del mondo e in alcune regioni asiatiche, India compresa. L’Organizzazione per la Sanità Panamericana ha rilevato una crescita di casi in Cile e nelle isole caraibiche.

Sullo sfondo di questa fosca immagine, si prospettano alcune iniziative per la tutela della salute e la ragionevolezza. A margine del Forum Economico di San Pietroburgo del 4 giugno, il Presidente russo ha incontrato molti rappresentanti di società farmaceutiche e investitori, per discutere di piani per la rapida costruzione di impianti di produzione del vaccino Sputnik V. Sono stati stabiliti con il Presidente serbo Vucic e il Presidente argentino Fernandez programmi attuativi, mentre venticinque società, quattordici nazioni, trenta investitori di diciassette nazionalità si sono accordati sul proprio coinvolgimento. Tra le nazioni che parteciperanno alla produzione del vaccino Sputnik ci sono: Arabia Saudita, Kazakistan, Germania, Corea Meridionale, India, Italia, Messico, Bielorussia, Cina, Brasile, Iran, Serbia, Turchia e Argentina.

Questo sviluppo è esemplare, nello spirito che dovrebbero avere tutti i vertici politici, per muoversi verso il nuovo paradigma necessario per l’umanità.

Invitiamo lettori e cittadini a partecipare alla prossima videoconferenza dello Schiller Institute del 26-27 giugno, dal titolo “Per il Bene Comune di tutti i popoli, non le regole a vantaggio dei pochi”:

https://movisol.org/conferenza-internazionale-dello-schiller-institute-il-26-27-giugno-per-una-glass-steagall-globale/?fbclid=IwAR3G6oekDwSz7L3hzO80HUYxR_MaHimjwB884AQHHoyfCyghN0ertyX6TSA