L’ex cancelliera tedesca Angela Merkel ha rivelato in un’intervista a Die Zeit, pubblicata il 7 dicembre, che la strategia dell’Occidente nei confronti di Mosca, fin dal 2014, è stata quella di preparare l’Ucraina alla guerra contro la Russia: “L’accordo di Minsk del 2014 è stato un tentativo di far guadagnare tempo all’Ucraina. [Kiev] ha usato quel tempo per rafforzarsi, come si può vedere oggi. L’Ucraina del 2014/15 non è l’Ucraina moderna”. Inoltre, ha aggiunto, l’Occidente sarebbe dovuto intervenire per fermare “l’aggressività della Russia” molto prima. Le osservazioni di Merkel dimostrano, al contrario, che il mantra della NATO su un intervento “provocato” dai russi è deliberatamente fraudolento.
Qualche settimana fa, l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko aveva già ammesso che l’obiettivo di Kiev nel firmare gli accordi di Minsk, concepiti per porre fine alle uccisioni nel Donbass e per negoziare l’autonomia, era quello di “ritardare la guerra, assicurarsi otto anni per ripristinare la crescita economica e creare potenti forze armate”. Ma che anche la Francia e la Germania, che avevano mediato gli accordi, facessero il doppio gioco, è strategicamente esplosivo.
Al Presidente russo Putin è stato chiesto un commento alle osservazioni dell’ex Cancelliera durante una conferenza stampa a margine del Vertice dell’Unione Economica Eurasiatica il 10 dicembre (http://en.kremlin.ru/events/president/news/70061). “Francamente”, ha risposto, “non mi aspettavo di sentirlo da un ex Cancelliere federale, perché sono sempre partito dal presupposto che i leader della Germania fossero sinceri con noi”. Ma questo dimostra, ha proseguito, che la Russia “ha fatto bene” a lanciare l’operazione militare speciale. Nonostante l’intenzione degli ucraini, ha detto “speravo ancora che gli altri partecipanti [Germania e Francia] a questo processo fossero sinceri con noi. Sembra che anche loro ci abbiano ingannato. L’unico scopo era quello di riempire l”Ucraina di armi e prepararla alle ostilità…. Forse avremmo dovuto iniziare tutto questo prima, ma speravamo comunque di ottenere dei risultati nell’ambito degli accordi di Minsk”.
Questo porta alla questione della fiducia, che era “già vicina allo zero” prima delle dichiarazioni di Angela Merkel. “Come possono esserci negoziati? Che cosa si può negoziare? Ci sono garanzie? Siamo pronti ad accordi, siamo aperti, ma questo ci fa riflettere su con chi abbiamo a che fare”.
In effetti, a prescindere dalla posizione di Mosca, la giustificazione della NATO per condurre una guerra per procura contro la Russia e per esortare Zelensky a rifiutare il negoziato si sta sgretolando man mano che la verità viene a galla. A questo punto, chi può mediare? Nelle scorse settimane era stata ventilata l’idea che Angela Merkel potesse svolgere un ruolo di questo tipo, ma incredibilmente, con le sue affermazioni si è completamente screditata. Questo fa il gioco della strategia britannica che consiste nell’inscenare provocazioni per sabotare qualsiasi soluzione negoziale. L’unica opzione rimasta è l’offerta del Vaticano di fungere da sede per i colloqui di pace.