Il momento non poteva essere più propizio per la conferenza dello Schiller Institute che si è tenuta a Bad Soden, in Germania, il 30 giugno e 1 luglio, per favorire il consolidamento del Nuovo Paradigma avviato dalla politica economica e diplomatica dell’Iniziativa Belt and Road (BRI). Negli ultimi mesi ci sono stati cambiamenti monumentali, e sono sempre più le nazioni che intendono andare verso una nuova geometria strategica intorno all’alleanza tra Stati Uniti, Russia e Cina, alleanza che sta emergendo nonostante la massiccia resistenza di ambienti britannici e americani ancora aggrappati alla vecchia geopolitica.

Cina e Russia hanno collaborato col Presidente americano Trump, insieme al Premier giapponese Abe ed al Presidente della Corea del Sud Moon, per rendere possibile il vertice del 12 giugno a Singapore tra Trump e il Presidente nord coreano Kim Jong-un, vertice che ha dimostrato l’efficacia di questa nuova alleanza. Il successo del vertice di Singapore ha gettato le basi per il vertice tra Trump e il Presidente russo Vladimir Putin che si terrà il 16 luglio ad Helsinki. Altri eventi hanno contribuito a questo quadro, inclusa la conferenza della Shanghai Cooperation Organization (SCO) che si è tenuta il 9-10 giugno a Qindao, in Cina, durante la quale la stretta collaborazione tra Putin e il Presidente cinese Xi Jinping ha contribuito alle decisioni prese.

Mentre questi vertici promettono cambiamenti importanti, le istituzioni del vecchio paradigma, ormai al collasso, si muovono per impedire questa nuova dinamica. Il vertice G7 in Canada è stato un fallimento, ed anche il Consiglio Europeo ha dimostrato l’incapacità assoluta dell’Unione Europea di giungere ad una soluzione positiva alla crisi dei migranti o alla crisi economica, con molti paesi membri dell’UE che cominciano a guardare alla cooperazione con la Cina e la Nuova Via della Seta per uscire dalla crisi esistenziale dell’UE.

Questi sviluppi hanno indotto la signora Helga Zepp-LaRouche, fondatrice e presidente dello Schiller Institute internazionale, a stilare un memorandum il 17 giugno dal titolo “La storia viene scritta in Asia: il vertice UE dovrà seguire l’esempio di Singapore”. Il suo memorandum chiede agli stati membri dell’UE di adottare lo spirito del vertice di Singapore, e il processo organizzativo che l’ha creato, per superare i fallimenti che dominano in Europa. L’approccio della signora LaRouche è stato il tema centrale della conferenza dello Schiller Institute a Bad Soden, a cui erano presenti 300 partecipanti provenienti da 35 paesi.

La coincidenza tra gli opposti – il mondo di domani

Helga Zepp-LaRouche ha aperto la conferenza parlando della “Coincidenza tra gli opposti – il mondo di domani.” Sottolineando l’importanza dell’incontro tra Trump e Putin ad Helsinki il 16 luglio, ha espresso la speranza che verrà concordata un’agenda per il Nuovo Paradigma, per porre fine al dogma liberista che ha portato al disastro. I 68 milioni di rifugiati registrati dall’ONU alla fine del 2017 sono solo uno dei risultati sconvolgenti della brutale politica imposta dal mondo transatlantico nell’ultimo periodo. L’unica alternativa è la dinamica della Nuova Via della Seta, ha detto, coerente coi principii fondamentali a cui si ispirano da oltre 40 anni Lyndon LaRouche, lei stessa e lo Schiller Institute, ed ai progetti che hanno promosso.

La Nuova Via della Seta risponde alle esigenze di crescita di tutti, offre la costruzione di una “comunità con un futuro condiviso per tutto il genere umano” e in effetti hanno aderito già 140 nazioni, che rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale, che trarrà beneficio da questa politica vincente. Il contributo della Cina, fondato sulla filosofia del Confucianesimo, è coerente con le idee di Friedrich Schiller e con l’opera del Card. Niccolò Cusano, “Coincidentia Oppositorum “. Il filo comune che unisce tutti e tre è l’amore per il genere umano, per un mondo in cui non ha alcun posto la geopolitica.

Superare la geopolitica e il pericolo di una nuova guerra mondiale

Il discorso di apertura è stato seguito dalla prima sessione su “come superare la geopolitica e il pericolo di una nuova guerra mondiale.” Il primo a intervenire è stato Vladimir Morozov, coordinatore del programma del Consiglio Russo per gli Affari Internazionali, un centro studi legato al Ministero degli Esteri russo. Ha parlato del “ruolo della Russia nel nuovo ordine mondiale” che deve essere fondato sulla costruzione di una fiducia reciproca tra le potenze. Tuttavia, ha detto, i cambiamenti necessari nell’ordine globale non avverranno dall’oggi al domani. Sostituire il vecchio mondo unipolare con un mondo multipolare, ha detto Morozov, non è una soluzione, in quanto implica che ci sono molti poli, ciascuno in competizione con l’altro. Il multilateralismo è un approccio migliore, e implica la collaborazione con organismi internazionali quali l’ONU, la SCO, i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), l’Unione Economica Euroasiatica e via dicendo per giungere alla denuclearizzazione ed allo sviluppo economico.

Anche se la Russia è intenta a seguire la propria agenda di pace e stabilità, Morozov ritiene che svolgerà un ruolo costruttivo anche nell’ambito della Iniziativa Belt and Road ed interverrà per promuovere la stabilità all’estero. Dopo il vertice tra Trump e Putin e l’avvio di un dialogo politico, questioni come un sistema di sicurezza collettiva in Medio Oriente, la pace in Siria, i progressi nella crisi ucraina, il rispetto degli impegni presi nel Trattato sulla Forze Nucleari a Raggio Intermedio (INF), dovranno essere al centro dei colloqui tra Washington e Mosca. Pur dicendosi cauto sui risultati immediati del vertice, è già un successo che si tenga dopo sei anni di assenza di dialogo.

Il secondo discorso, sulla “globalizzazione al contrario e la sfida della politica estera cinese nella nuova era” è stato pronunciato dal dott. Xu Jian, vice presidente dell’Istituto Cinese per gli Studi Internazionali (CIIS) e direttore del Consiglio Accademico del CIIS. I cambiamenti in corso nel mondo pongono molte sfide, ha detto, come quella di superare le ingiustizie sociali e le diseguaglianze nello sviluppo in tutto il mondo, aggravate dalla globalizzazione e dall’economia di mercato. La Cina è impegnata per la pace e lo sviluppo e il Presidente Xi Jinping lo ha ribadito più volte, ma affronta la sfida di quello che Xu ha definito “le tre trappole pericolose”, la “trappola di Tucidide” definita da Joseph Nye, quella di esercitare troppa forza, la “trappola del momento Kindleberger” riferita a potenze troppo deboli per fornire beni pubblici globali e la “trappola della guerra fredda”, quella delle differenze ideologiche.

Il pubblico ha ascoltato quindi il Senatore americano Richard Black dalla Virginia con una vide presentazione sul “vero interesse degli Stati Uniti.” Il senatore ha denunciato con forza “la guerra non dichiarata degli Stati Uniti contro il popolo siriano” avviata contro un paese che è il centro di gravità della guerra globale al terrorismo. Gli Stati Unti hanno addestrato, armato e finanziato l’emergere del jihadismo, ha accusato, per imporre un cambio di regime in Siria che non è mai stato nell’interesse degli Stati Uniti. Anzi, prima del 2012, la Siria era uno dei paesi più sicuri al mondo.

Oggi il popolo siriano sostiene i suoi leader eletti e l’esercito che ha riconquistato il 90% del territorio nazionale, sottraendolo all’ISIS, ma le forze straniere che sostengono i jihadisti (tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Arabia Saudita e Qatar) sperano ancora di arrivare a una spartizione del nord est del paese. Questa operazione di cambio di regime, ha notato il Sen. Black, viene giustificata con l’accusa che il Presidente Assad avrebbe usato armi chimiche contro la propria popolazione, ma questa accusa non è credibile. La politica estera americana in Iraq, Libia, Siria e altrove in Medio Oriente ha prodotto eserciti di terroristi. Black si è chiesto se gli Stati Uniti dispieghino i loro “coraggiosi soldati” come una sorta di “legione straniera in affitto”.

Il Col Ulrich Scholz, ex pilota dell’Aviazione tedesca e pianificatore della NATO, ha parlato quindi di “democrazia, diritti umani e altre ipocrisie”. I politici parlano spesso di “valori” e “diritti umani” per giustificare le loro guerre, ma quello che promuovono in realtà sono gli interessi britannici. Ha ricordato che prima della guerra in Iraq nel 2003 aveva messo in guardia dal fatto che tale guerra sarebbe finita in una “giungla globale”, ed è quello che accadde. Al posto delle strategie di intimidazione che dominano oggi la politica occidentale, ha proposto un equilibrio basato sul rispetto reciproco degli interessi dell’altro, e l’attuazione dei diritti umani, invece di limitarsi a parlarne.

Il Col. Alain Corvez, consulente internazionale ed ex consigliere dei Ministeri della Difesa e dell’Interno in Francia, ha parlato del “rifiuto americano di un mondo multipolare che rende molto penosa la transizione”. Citando l’intervento del Sen. Black, ha ricordato che il Presidente Trump è sotto attacco da parte del Deep State, l’oligarchia che cerca di costringerlo a interventi militari. Questa politica non è nell’interesse della vera Europa, quella che Charles de Gaulle definì “l’Europa delle nazioni” a differenza dell’Unione Europea che è diventata un regime tecnocratico sovrannazionale. La questione decisiva per la Francia, secondo Corvez, è quando denuncerà finalmente l’Arabia Saudita e il Qatar per la loro politica aggressiva in Medio Oriente, contro Siria e Yemen? Anche le sanzioni contro l’Iran decise dall’UE vanno contro i veri interessi dell’Europa.

La prima sessione si è conclusa con una presentazione videoregistrata dagli Stati Uniti di Roger Stone, stratega politico del Partito Repubblicano di Trump, che ha parlato del “Presidente Trump che gli europei non conoscono”. Ha denunciato lo strapotere dei Bush e dei Clinton insieme, e il fatto che gli otto anni di amministrazione Obama hanno alienato gli americani da entrambi i partiti al punto che hanno votato per un “outsider” eleggendolo alla Casa Bianca. Il cosiddetto Russiagate, ha detto Stone, è una cortina fumogena per mascherare gli abusi di potere dei Bush e dei Clinton contro Trump, iniziati già nel maggio 2016, all’epoca in cui la nomina di Trump non era ancora sicura. Stone ha denunciato il ruolo britannico nelle operazioni contro Trump.

L’Iniziativa Belt and Road sta cambiando l’Africa e il Medio Oriente

La seconda sessione della conferenza era dedicata ai cambiamenti resi possibili dalla Iniziativa Belt & Road (BRI), come unica soluzione umana alla crisi dei rifugiati. Ha preso la parola per primo Hussein Askary, coordinatore dello Schiller Institute per il Sud Ovest Asiatico, che ha sottolineato che per risolvere le molte crisi dei rifugiati al mondo occorre creare un ordine economico mondiale più giusto.

Ha quindi preso la parola Wang Hao, Primo Segretario per l’Economia e il Commercio dell’Ambasciata Cinese in Germania. Ha lanciato un appello affinché l’UE aderisca all’Iniziativa Belt & Road, in quanto l’UE è il principale partner commerciale della Cina.

H.E. Yusuf Maitama Tuggar, ambasciatore della Repubblica Federale di Nigeria in Germania, ha chiesto al pubblico di “non guardare attraverso la lente binaria della Cina contrapposta all’Europa, residuo della guerra fredda. Abbiamo bisogno della cooperazione di tutti e tre”. L’Africa deve partecipare a tutte le discussioni sulle infrastrutture, lo sviluppo e la questione dei migranti. Un esempio che ha citato è il progetto per riempire il Lago Ciad. Progetti come questo sono necessari per lo svilupop sostenibile, e vanno finanziati. Mohammed Bila, modellista dell’Osservatorio del Bacino del Lago Ciad, ha spiegato il progetto Transaqua, che è stato approvato al vertice di Abuja da otto capi di stato africani nel marzo 2018. Porterà sviluppo economico e migliorerà la sicurezza per sette paesi, e indirettamente altri cinque. Bila ha spiegato che stimolerà anche il commercio regionale, creando nuove infrastrutture economiche quali porti fluviali, terminal per container, zone agro-industriali e nuove strade.

La lunga storia dei rapporti tra Cina e Africa è stata illustrata da Amzat Boukari-Yabara, storico africano e Segretario Generale della Lega Panafricana Umoja. Le critiche contro la presenza cinese in Africa, frequenti sui media occidentali, non sono dovute ad un vero interesse per il futuro degli africani, ma al declino dell’influsso euro-americano su mercati che pensavano appartenesse a loro per sempre. Boukari-Yabara ha proposto la creazione di una Banca Panafricana per le riparazioni e la ricostruzione.

Abdullatif Elwashali e Aiman Al-Mansor dell’Associazione Yemenita per i Diritti Umani e la Pace INSAN hanno descritto la situazione orrenda nel loro paese, a causa della guerra di aggressione condotta dalla coalizione a guida saudita. Dopo 3 anni di guerra, la nazione è distrutta, ci sono state oltre 36.000 vittime civili, di cui 14.000 morti, e la popolazione soffre per la catastrofe umanitaria, aggravata dal blocco navale. Hanno citato statistiche allarmanti: 1,25 milioni di persone che rischiano di morire di fame ed epidemie, per altri 22 milioni mancano medicinali. 896 scuole sono state distrutte, e il 55% delle strutture mediche non sono in grado di funzionare. Non arrivano gli aiuti umanitari, e la comunità internazionale è riluttante a intervenire. Lo Yemen è in una posizione chiave per il progetto della Nuova Via della Seta, ma la coalizione saudita vuole impedirlo.

Hussein Askary ha presentato a questo punto il nuovo studio che ha preparato sulla ricostruzione dello Yemen, dal titolo Operation Felix. Lo scopo di questa operazione (che prende il nome Felix dal nome latino originale di Arabia felix per la regione dello Yemen) non è solo di ricostruire il paese come era prima della guerra, ma di fornire la “piattaforma economica” per una nazione prospera legata alla BRI.

Il futuro delle nazioni europee

La terza sessione della conferenza, domenica mattina, è stata una discussione ottimistica ed entusiastica sulle riforme e i cambiamenti necessari per le nazioni europee per poter partecipare alla diplomazia e cooperazione “win-win” del Nuovo Paradigma.

Jacques Cheminade, Presidente di Solidarité et Progrès e tre volte candidato presidenziale francese, ha aperto la sessione con una sfida, che l’Europa torni all’idea di contribuire alla “civiltà umana”, che è “cosa ben diversa e opposta all’Unione Europea.” L’Europa si è sottomessa all’Impero della City di Londra e di Wall Street, ha detto, che sta distruggendo le nazioni europee, così come sta distruggendo l’Africa e il Medio Oriente. Cheminade è stato seguito dal dott. Hans Köchler, Docente di Filosofia e Presidente dell’International Progress Organization, che ha parlato della necessità di “ristabilire il diritto internazionale”. Come mai, ha chiesto, in un’era caratterizzata da guerre distruttive, invasioni, cambi di regime dal 2003, le nazioni e i loro leader non sono stati chiamati a risponderne? La norma legale è che quando si viola la legge, ci saranno conseguenze. Ma le norme del diritto internazionale vengono applicate oggi? La risposta è “No.”

Marco Zanni, membro italiano del Parlamento Europeo, ha preso la parola dopo il Dott. Köchler, parlando del fallimento dell’UE nell’affrontare i tanti problemi in molte aree quali banche e finanza, sicurezza e immigrazione. Dal 2010 ad oggi, l’UE non ha ristabilito la crescita economica, anzi, ha creato “squilibri macro-economici e crescenti divisioni” all’interno dell’Unione. Di fronte a questi fallimenti, si è chiesto Zanni, “non dovremmo pensare ad un diverso contesto istituzionale?”. Dato che l’UE dipende da altri in questioni economiche e di sicurezza, Zanni ha proposto un’alternativa basata sul rendere l’Europa “un ponte tra gli Stati Uniti e le potenze nascenti dell’est”, cosa che sarà possibile con l’amministrazione Trump. Ha ripetuto più volte che l’UE dovrebbe guardare al “modello cinese” soprattutto sulla politica creditizia, ed anche nell’affrontare la crisi dei migranti. Il sistema attuale è disfunzionale. Quanto al nuovo governo italiano, il suo obiettivo, ha detto Zanni è “riformare” l’UE e diventare un esempio di come si possa cooperare con la Cina.

Un altro relatore dall’Italia, il Prof. Michele Geraci, doveva parlare nella stessa sessione sull’importanza della cooperazione europea con la Cina per sviluppare l’Africa, ma non ha potuto essere presente essendo stato nominato sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico. Ha mandato un breve saluto, che è stato letto ai partecipanti.

Le presentazioni si sono concluse con il dott. Armin Azima, dell’Università di Amburgo, che ha duramente criticato la svolta dell’UE verso le energie rinnovabili, proponendo invece che la Germania lavori all’energia di fusione che “aprirà le porte ad un mondo di possibilità oggi impensabili”. Nella discussione seguita alle presentazioni, sono state poste molte domande a Zanni, incluso uno scambio tra Hussein Askary, Zanni e Cheminade, sullo sviluppo triangolare dell’Africa. Askary ha obiettato al modo in cui gli africani vengono dipinti come mendicanti, che chiedono soldi all’Europa. Zanni si è detto d’accordo, dicendo che i paesi africani devono riconquistare la sovranità, adottando il modello cinese del credito dello stato allo sviluppo, invece di dare soldi a imprese private, come fa l’UE attualmente. Cheminade ha detto che il problema è che l’Europa ha adottato la politica monetaria britannica, mentre lo sviluppo cinese non si fonda sul “denaro” ma su una politica creditizia come quella promossa da decenni da Lyndon LaRouche.

In questa intervista ai margini della conferenza l’europarlamentare Marco Zanni, tra i relatori, parla delle iniziative del nuovo governo italiano per lo sviluppo dell’Africa, per risolvere il problema dei migranti, e per la separazione bancaria.

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