Lo Houston Chronicle del 20 novembre riportava che trentasette società americane di trivellazione o estrazione del petrolio, con un debito complessivo di 13 miliardi di dollari, sono andate in bancarotta da agosto a ottobre. Sedici di queste sono del Texas. Stando allo studio legale di Dallas Haynes & Boone altre quaranta sono sull’orlo della bancarotta. Altre cinque hanno dichiarato il fallimento nelle prime due settimane di novembre. Arrivando alle prime settimane del 2016 i fallimenti supereranno il totale di quelli che nel 2009 fecero seguito al crac finanziario. Come fa notare il Chronicle, recentemente alcuni enti di regolamentazione americani, incluso l’Ufficio di controllo della valuta (OCC), stimano vi siano altri 35 miliardi di dollari di debito in questo settore.

Mentre l’indice Bloomberg dei prezzi delle materie prime ha raggiunto un nuovo minimo, nonostante la promessa dell’Arabia Saudita di “lavorare con l’OPEC… a qualunque costo”, la condizione di alta remunerazione e accumulazione di debito spazzatura sta per portare ad un nuovo crac. Oltre 1800 miliardi di dollari è il valore stimato del debito interno dell’economia americana e un terzo di questo riguarda il settore energetico, ed i suoi titoli tossici. L’agenzia Moody’s riferisce che in questo trimestre le svalutazioni del debito delle società ad alta remunerazione superano le rivalutazioni in un rapporto 57:18. Il tasso di fallimenti di tutti i debiti delle società energetiche ad alta rendita è del 6%, stando alle stime di Fitch. Nel settore dell’estrazione di metalli il tasso è pari al 14%.

Le emissioni di debito ad alto interesse hanno cessato completamente nel periodo ottobre-novembre, allorché la Federal Reserve di St. Louis ha riferito che i tassi di interessi mesi dei debiti di società di bassa affidabilità era pari al 14,75%; in altre parole, queste società non possono rifinanziarsi affatto, e devono dichiarare il fallimento.

Parlando di debito societario nel suo complesso, Moody’s ha fatto notare che alla fine del 2013 il debito al netto degli incassi delle società statunitensi era pari a 1800 miliardi e che i loro guadagni netti intorno a 1800 miliardi. In questo mese di ottobre il debito netto delle società arriva a 2500 miliardi e sta crescendo rapidamente, mentre i loro guadagni netti erano ancora a 1800 miliardi di dollari, in procinto di calare leggermente.

Si può quindi spiegare come mai la produzione industriale americana abbia subito un calo ulteriore, dello 0,3%, nel mese di ottobre, e sia rimasta ferma per un anno (stime del Ministero del Commercio). Il 23 novembre scorso l’indice dell’attività economica a livello nazionale della Federal Reserve di Chicago ha registrato una contrazione economica per il terzo mese successivo.

da: http://larouchepub.com/pr/2015/151123_oil_bubble.html (vedi)