La rielezione di Vladimir Putin per altri sei anni è stata accolta in Occidente con gli stessi commenti triti e ritriti che si sarebbero potuti scrivere settimane o mesi fa (autocrate, antidemocratico, brogli elettorali, ecc.). Tuttavia, chi è in contatto con la società russa deve ammettere, anche se a malincuore, che Putin gode di un altissimo tasso di popolarità. Le elezioni sono state anche un referendum sulla guerra, che molti russi hanno capito essere condotta dalla NATO e non dall’Ucraina. Ironia della sorte, mentre abbondano le accuse sui subdoli mezzi teoricamente usati dal Cremlino per sovvertire il processo democratico e le elezioni in Occidente, i media si sperticano nell’esaltazione dei metodi usati dall’Occidente per intromettersi nei risultati delle elezioni in Russia. Metodi come la guerra stessa o, nei giorni precedenti le elezioni, l’aumento degli attacchi con i droni e delle incursioni nel territorio russo vero e proprio, per non parlare delle sanzioni finanziarie, del congelamento dei beni russi all’estero o del finanziamento di presunte figure dell’opposizione.
Eppure, il risultato di queste misure non è stato quello previsto dalla NATO. L’economia russa è più forte di prima; regioni ucraine hanno votato per unirsi alla nazione russa; e il sostegno per Putin è cresciuto. Ancora più allarmante per i geopolitici dell’Occidente, la Russia ha guadagnato un grande rispetto tra le nazioni della “Maggioranza Globale”, in particolare in Africa. Così, i tentativi del mondo transatlantico di convincere il Sud globale a denunciare la Russia sono falliti ripetutamente.
Quanto allo stesso Vladimir Putin, egli ha colto l’occasione della rielezione per riaffermare la sua politica. Interpellato da Reuters il 17 marzo sulle frasi del presidente francese Macron sul possibile dispiegamento di truppe di terra della NATO in Ucraina in futuro, il presidente russo ha commentato che “tutto è possibile nel mondo moderno”. Tuttavia, ha continuato, “è chiaro a tutti che questo ci porterà a un passo da una terza guerra mondiale su larga scala. Credo che quasi nessuno sia interessato a questo”.
Ha aggiunto che il personale militare della NATO è già presente in Ucraina e che la Russia ha rilevato che sul campo di battaglia si parla sia inglese che francese. “Non c’è niente di buono in questo, prima di tutto per loro, perché stanno morendo lì e in gran numero”, ha osservato. Tuttavia, Vladimir spera che Macron smetta di cercare di aggravare la guerra in Ucraina e che svolga invece un ruolo nella ricerca della pace: “Sembra che la Francia possa svolgere un ruolo. Non tutto è ancora perduto”.
Quest’ultimo commento è forse più positivo di quanto le dichiarazioni dei leader interessati sembrino indicare.