Il 2 aprile l’ambasciatore Riyad Mansour, osservatore permanente della Palestina presso le Nazioni Unite, ha chiesto formalmente che il Consiglio di Sicurezza prenda in considerazione la richiesta della Palestina di essere riconosciuta come nazione membro dell’ONU nel corso di questo mese. In tandem, gli ambasciatori delle nazioni attualmente a capo della Lega Araba (Arabia Saudita), dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (Mauritania) e del Movimento dei Non Allineati (Uganda) hanno inviato una lettera all’attuale capo del Consiglio di Sicurezza (UNSC) per sostenere la richiesta della Palestina. I tre ambasciatori hanno allegato alla lettera un elenco delle circa 140 nazioni che già riconoscono la Palestina come Stato, benché all’ONU abbia solo lo status di osservatore.
L’8 aprile, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso all’unanimità di sottoporre la questione al Comitato permanente per l’ammissione di nuovi membri, che comprende un rappresentante di tutti i 15 Paesi membri. Una volta ricevuta la raccomandazione del Comitato, il Consiglio di Sicurezza procederà alla votazione sull’ammissione, alla quale gli Stati Uniti, secondo le dichiarazioni del loro rappresentante, probabilmente porranno il veto. Tuttavia, la pressione su Washington è massiccia, dato il sostegno schiacciante per uno Stato palestinese in tutto il mondo.
Le implicazioni dell’ammissione della Palestina come membro a pieno titolo sono più ampie di quanto si pensi, anche per garantirne semplicemente la sopravvivenza, come ha sottolineato il Prof. Francis Boyle, noto esperto di diritto internazionale, durante il video-meeting del 5 aprile della Coalizione Internazionale per la Pace. La sua competenza in materia è indiscutibile, dal momento che ha curato la causa dei palestinesi nel primo tentativo di ottenere l’adesione nel 2011-2012.
L’Amministrazione Biden potrebbe astenersi, ha detto, ma anche se ponesse il veto alla raccomandazione, indirettamente, “l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite può comunque ammetterli con un voto di due terzi, e i voti ci sono. Le astensioni e i no non contano nel conteggio finale… Questo è estremamente importante. Nella storia delle Nazioni Unite, nessuno Stato membro è mai stato distrutto. Alcuni si sono disintegrati, come il mio ex avversario, la Jugoslavia [nel procedimento legale presso la Corte di Giustizia Internazionale nel 1993] … È chiaro che Israele e la sua élite vogliono distruggere la Palestina e i palestinesi. Non ho dubbi al riguardo. E l’adesione alle Nazioni Unite li terrà in vita”.
Il 1° aprile, il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez (foto) ha annunciato che il suo governo riconoscerà unilateralmente la Palestina come Stato, forse già a luglio. Finora, gli unici Paesi europei ad aver concesso il riconoscimento sono Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Svezia.