Paulo Nogueira Batista è uno stimato economista brasiliano che ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della Nuova Banca per lo Sviluppo (NDB) dei BRICS dal 2015 al 2017. In un discorso pronunciato il 3 ottobre alla riunione del Valdai Club Dialogue a Sochi, in Russia, ha ribadito la proposta di creare una nuova valuta legata ai BRICS per emettere credito allo sviluppo e denunciato gli errori che hanno portato ad anni di inattività della NDB e del suo Contingent Reserve Agreement (CRA).
Prendendo atto che “il dollaro (e l’euro) non possono più essere pienamente affidabili”, ha affermato Nogueira, “è naturale che si debba procedere alla de-dollarizzazione, probabilmente in modo graduale. Una valuta BRICS potrebbe essere un passo importante in questa direzione”. Non si tratterebbe di una moneta unica come l’euro, ma di un’unità di conto utilizzata dalla NBD e dalla CRA, composta dalle cinque valute dei BRICS, denominata R5. I punti fondamentali della proposta sono: “1) L’R5 o R5+ non deve necessariamente essere una valuta fisica, può essere digitale. 2) La nuova moneta non sostituirebbe le valute dei paesi BRICS, ma circolerebbe accanto ad esse, venendo utilizzata principalmente per le transazioni internazionali. 3) Le banche centrali dei BRICS continuerebbero ad esistere come ora, svolgendo tutte le funzioni di un’autorità monetaria. 4) Dovrebbe essere creata una Banca di emissione, incaricata di emettere la nuova moneta e di metterla in circolazione”.
In merito alla questione chiave della creazione di credito, ha chiesto come si potrebbe sostenere la nuova valuta in qualche modo, ma “non con l’oro o altre materie prime, data l’instabilità dei loro prezzi. Un approccio potrebbe essere quello di sostenere l’R5+ con obbligazioni garantite dai paesi BRICS”. La NDB potrebbe quindi emettere prestiti e obbligazioni in R5+.
L’approccio di Nogueira è corretto: la nuova moneta è sostenuta da titoli dei paesi membri (azionisti della banca), che quindi trasformano il debito in credito per investimenti produttivi. È l’unica alternativa possibile all’attuale sistema speculativo del dollaro controllato da Londra.