Black Rock, il più grande fondo speculativo al mondo, ha già inserito tre suoi uomini nell’amministrazione Biden-Harris. Lo strapotere di questa “muffa fangosa”, nella vecchia definizione di Lyndon LaRouche, si accresce così enormemente. Black Rock amministra 8 mila miliardi di patrimonio privato, gestisce dal marzo scorso gli acquisti di assets della Federal Reserve e affianca la Banca Centrale Europea nell’integrazione dei fattori “climatici” nella supervisione bancaria UE. E nell’agosto 2019, alla riunione dei banchieri centrali a Jackson Hole, Black Rock presentò, per bocca dell’ex banchiere centrale svizzero Philip Hildebrand, la proposta di una cabina di guida governo-banca centrale della politica economica, definendola “regime change” negli affari finanziari.

Con la nuova amministrazione Biden siamo vicini alla svolta. Janet Yellen passa dalla Fed al Tesoro, e con la politica fiscale nelle mani della banca centrale ci siamo (d’altronde non è una novità, l’inventò Ciampi). Gli uomini di Black Rock sono:

Mike Pyle, che secondo un articolo di Sludge del 10 gennaio sarà l’economista capo del vicepresidente Kamala Harris. Pyle è capo delle strategie di investimenti globali a Black Rock e uno dei membri originali del “governo ombra” del boss Larry Fink. Il termine si riferisce al 2016, quando Hillary Clinton era sicura di farcela e aveva affidato a Fink il compito di selezionare i membri della sua amministrazione. Pyle ha lavorato assieme al direttore al Bilancio di Obama, Peter Orszag, posto che lasciò per entrare in Black Rock.
Adewale Adeyemo, ex capo dello staff di Fink, sarà il numero due al Tesoro dopo Yellen.
Brian Deese, capo degli Investimenti Sostenibili di Black Rock, sarà direttore del Consiglio Economico Nazionale di Biden. Deese svolse un ruolo cruciale nei negoziati che portarono all’accordo sul clima di Parigi nel 2015.

Nel dicembre scorso, Black Rock ha pubblicato la sua strategia per il 2021, confermando il ruolo pionieristico nella “Finanza Verde”, favorendo investimenti nelle imprese che contribuiscono ad un’economia “decarbonizzata”.