Secondo un articolo del Financial Times basato su fonti di Bruxelles, la Commissione Europea (CE) proporrà la creazione di un’unità di intelligence sovranazionale. Il nuovo ente è concepito come un sistema centralizzato per la raccolta e l’analisi dei dati provenienti dai servizi di intelligence nazionali degli Stati membri dell’UE e sarebbe guidato dall’ambiziosa Ursula von der Leyen. Vi parteciperebbero ex dipendenti di enti nazionali, come la DGSE francese e il BND tedesco. Il compito principale della nuova unità sarebbe quello di intensificare lo scambio di dati tra gli enti nazionali, sostituendo la loro lealtà ai rispettivi Stati nazionali con la lealtà all’Europa, nel quadro generale della guerra contro la Russia. A causa delle divergenze di opinione tra gli Stati Uniti e l’UE sulla crisi ucraina, l’Europa dovrebbe diventare in grado di operare senza il sostegno d’intelligence americano.
Il piano della von der Leyen incontra la resistenza dei funzionari dei servizi segreti all’interno delle strutture esistenti nell’UE, come ad esempio il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) e il Centro di intelligence e situazione dell’Unione europea (EU INTCEN), che temono giustamente che il loro lavoro di analisi professionale venga sostituito da quello di funzionari che svolgono rigorosamente i compiti assegnati dalla Commissione europea. Il piano dovrebbe includere anche il neocostituito Centro per la resilienza democratica (CDR) “per contrastare la disinformazione proveniente dalla Russia, dalla Cina e da altri paesi ‘ostili’”.
Un altro progetto in discussione è il lancio entro il 2030 del progetto europeo IRIS di satelliti da ricognizione al servizio dell’UE, in alternativa allo Starlink statunitense.
In Germania sono inoltre in corso tentativi per rendere l’ente di controspionaggio BND più efficiente e operativo, al di là della semplice raccolta analitica di informazioni. Sebbene in diversi Stati membri dell’UE vi sia grande scetticismo su alcuni aspetti del progetto sovranazionale di Bruxelles, il vettore generale della “riforma” del BND punta nella stessa direzione.
Sotto la guida del nuovo presidente Martin Jaeger, ex ambasciatore in Ucraina, il BND sarà autorizzato a svolgere “attività operative” sul modello della CIA e del Mossad (ciò includerebbe omicidi mirati e cambiamenti di regime all’estero?). In un’audizione pubblica al Bundestag a metà ottobre, Jaeger, ex ambasciatore tedesco in Ucraina, ha sottolineato la minaccia percepita rappresentata in particolare dalla Russia, dichiarando: “Dobbiamo affrontare i nostri avversari ovunque sia necessario… Correremo rischi maggiori in modo mirato e coerente”. Il nuovo BND, ha lasciato intendere Jaeger, dovrebbe diventare più operativo e più compatibile con i partner europei e internazionali.