Il 17 ottobre, il secondo sospettato dell’attentato dinamitardo ai gasdotti Nord Stream è stato rilasciato in Polonia, in seguito a una sentenza del tribunale che ha negato l’estradizione in Germania. Ciò ha fatto seguito a una decisione simile della Corte di cassazione italiana riguardo al primo sospettato, arrestato in una località turistica vicino a Rimini alla fine di settembre. I due uomini, rispettivamente Volodimir Z. e Serhii Kutnietzov, farebbero parte della squadra di sommozzatori ucraini che avrebbe piazzato la bomba da uno yacht a noleggio nel settembre 2022.
La versione dei “sommozzatori ucraini” è stata diffusa dopo che il giornalista americano Seymour Hersch aveva rivelato la vera storia, basandosi sulle sue fonti di intelligence, secondo cui il governo americano di Joe Biden aveva pianificato ed eseguito l’attacco terroristico. Mentre la versione di Hersch è coerente con l’annuncio di Biden in una conferenza stampa nel febbraio 2022, secondo cui gli Stati Uniti avrebbero distrutto il Nord Stream, la versione dei “subacquei ucraini” è stata contestata da subacquei esperti e non reggerebbe a un esame giudiziario. La decisione di non consegnarli alla giustizia tedesca rende impossibile tale esame e permette alla versione (o, come dicono quelli bravi, alla narrazione) di sopravvivere.
Sia il tribunale italiano che quello polacco hanno motivato le loro decisioni con presunte lacune nei mandati di estradizione tedeschi. Non è escluso che tali lacune siano state inserite appositamente per offrire una giustificazione del genere, il che sarebbe coerente con la mancanza di volontà di indagare sul sabotaggio chiaramente dimostrata finora dalle autorità di Berlino.
Tuttavia, la sentenza polacca si è spinta sino al punto di giustificare l’attentato come un atto di guerra e persino di negare alla Germania la giurisdizione per perseguire i suoi autori.
“Il tribunale polacco non ha alcuna prova in questo caso, poiché la parte tedesca ha inviato solo informazioni molto generiche”, ha affermato il giudice Dariusz Lubowski, citato dall’agenzia di stampa polacca PAP. Il giudice ha anche sostenuto che il presunto sabotaggio costituiva un’“operazione militare” che “non era illegale”. Ha sostenuto che il sospettato avrebbe agito per conto di Kiev, il che significa che “solo lo Stato ucraino può assumersi la responsabilità di questo atto”.
Come se ciò non bastasse, il primo ministro polacco Donald Tusk ha rincarato la dose. “Il tribunale polacco ha negato l’estradizione in Germania di un cittadino ucraino sospettato di aver fatto saltare il Nord Stream 2 e lo ha rilasciato dalla custodia cautelare. E giustamente. Il caso è chiuso”, ha commentato Tusk su X. Il commento di Tusk, irrituale per un primo ministro riguardo a un atto giudiziario, è tra l’altro nello stile del suo ministro degli Esteri Radoslaw Sikorsky, che subito dopo l’attentato del 27 settembre 2022, twittò “Grazie USA”.