Durante il vertice informale del Consiglio Europeo Copenaghen del 1° e 2 ottobre, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha scritto che le proposte sul tavolo “dimostrano chiaramente che quelli di Bruxelles vogliono andare in guerra”. Qualunque cosa si possa pensare della politica di Orbán, con questa osservazione ha colto nel segno. Sullo sfondo delle solite critiche alla Russia, si è discusso di accelerare il piano di riarmo, di fornire più denaro e armi a Kiev e di produrre più droni e tecnologie anti-drone. Come finanziare tutte queste spese apparentemente non desta preoccupazioni.
Alla base di tutta la propaganda c’è la narrazione secondo cui il Cremlino intenderebbe attaccare uno o più Stati membri della NATO in Europa il prima possibile o, al più tardi, entro cinque anni. Gli echi di questa narrazione hanno spinto Putin a sottolineare ancora una volta al Valdai Discussion Club, il 2 ottobre, che la Russia non ha alcuna intenzione di attaccare un paese occidentale. Tali affermazioni sono completamente infondate, ha detto, ma alcuni politici le usano per distogliere l’attenzione dai problemi interni dei propri paesi, dato che la maggior parte dei governi europei è piuttosto impopolare.
Putin ha poi aggiunto che ora esiste un’opportunità cruciale per stabilire buoni e stabili rapporti tra la Russia e l’Europa, ma che questi devono basarsi sul rispetto reciproco e sul rispetto della sovranità dell’altro. Si trattava chiaramente di un’offerta lanciata all’Occidente per avviare un dialogo, cosa che i leader europei continuano a rifiutare categoricamente.
In questo contesto, segnaliamo le osservazioni piuttosto bizzarre, ma rivelatrici, fatte dall’ex cancelliera Merkel al popolare canale YouTube ungherese Partizán il 4 ottobre (https://www.youtube.com/watch?v=wjSHkSPUxRc&t=630s), in cui ha affermato che nel 2021 voleva avviare colloqui diretti EU-Russia per negoziare un nuovo accordo di Minsk, ma che altri membri dell’UE si sono opposti, in particolare i tre Stati baltici e la Polonia.
Nel frattempo, il pericolo di un’escalation rimane molto reale. in una conferenza stampa il 27 settembre il ministro degli Esteri russo Lavrov (foto) ha accusato il regime ucraino di stare preparando operazioni “false flag” contro i paesi della NATO, tra cui Polonia e Romania, con l’obiettivo di incolparne la Russia. Anche il servizio di intelligence estero di Mosca, l’SVR, ha accusato, in una nota del 30 settembre, il governo Zelensky di preparare provocazioni false flag per portare la NATO direttamente in guerra con la Russia.
Lavrov ha menzionato le presunte “minacce di droni” su alcune capitali europee e ha sottolineato: “So per certo che gli inglesi stanno aiutando gli ucraini a mettere in atto questi sporchi trucchi, proprio come hanno fatto per secoli all’interno del nostro spazio geopolitico. Ne siamo pienamente consapevoli”.
A proposito di britannici, Ben Wallace, ex ministro della Difesa del Regno Unito dal 2019 al 2023, in parte sotto Boris Johnson, ha invitato l’Occidente a rendere la Crimea inabitabile. Intervenendo al Forum sulla sicurezza di Varsavia il 1° ottobre, ha dichiarato: “Dobbiamo aiutare l’Ucraina ad acquisire le armi a lungo raggio necessarie per rendere la Crimea invivibile. Dobbiamo soffocare la vita in Crimea”. Il soffocamento, a suo parere, dovrebbe cominciare con un attacco al ponte sullo stretto di Kerch, che collega la Crimea alla regione russa di Krasnodar Krai.