Chi ancora crede alla favola della Russia isolata nel mondo farebbe bene a dare uno sguardo all’appena concluso Forum economico internazionale di San Pietroburgo (SPIEF). I protagonisti del settore economico e politico di molti Paesi del mondo si sono riuniti nella città russa per discutere non solo delle opportunità di commercio e investimenti, ma anche di questioni fondamentali legate ai rapporti internazionali e alla riorganizzazione del sistema finanziario globale per promuovere la cooperazione. Poiché la Russia detiene attualmente la presidenza a rotazione dei BRICS (e dei BRICS Plus), le prospettive e i piani di questo gruppo sono stati al centro delle discussioni.
Il Presidente russo Putin ha pronunciato il discorso di apertura della sessione plenaria del 7 giugno, concentrandosi sull’economia, sia a livello nazionale (vedi sotto) che internazionale, compresi i cambiamenti che ritiene necessari negli accordi finanziari internazionali. “Non è un segreto, ovviamente, che l’affidabilità e la fiducia nei sistemi di pagamento occidentali siano state minate in profondità dagli stessi Paesi occidentali”, ha osservato. Quanto alla Russia, ha sottolineato che il commercio internazionale in rubli è aumentato del 40% tra il 2020 e il 2023. Inoltre, nel 2024, la quota dei pagamenti per le esportazioni russe nelle “valute tossiche” degli “Stati ostili” (cioè, il dollaro e l’euro) sarà dimezzata.
“Insieme ai partner stranieri, aumenteremo l’uso delle valute nazionali nei pagamenti del commercio estero (e) miglioreremo la sicurezza e l’efficienza di tali operazioni”, ha dichiarato Putin. “In particolare, i BRICS stanno lavorando alla formazione di un sistema di pagamento indipendente che non sia soggetto a pressioni politiche, abusi e sanzioni esterne”.
Durante la lunga serie di domande e risposte che ha seguito la sessione plenaria, Putin ha ulteriormente approfondito il problema. Alla luce della contrazione dell’economia americana e dei suoi fondamentali non solidi, egli ha sottolineato che i BRICS hanno reagito creando la Nuova Banca di Sviluppo e “i nostri strumenti valutari… Una parte significativa dei principali operatori, partecipanti all’attività economica internazionale, sta passando ai pagamenti in valuta nazionale. Ad esempio, il 90% del nostro commercio con la Cina, come ho già detto, è regolato in yuan e rubli. Anche nello spazio post-sovietico la quota del rublo si avvicina al 70%, cioè il nostro ruolo è significativo. Ma dobbiamo farlo insieme, sarà più completo”.
Vladimir Putin ha poi fatto riferimento ad un’importante discussione con l’ospite speciale, il Presidente dello Zimbabwe Emmerson Dambudzo Mnangagwa, sugli investimenti nei Paesi africani. Naturalmente, gli investimenti in Africa, in Asia meridionale, in Asia in generale e in altri Paesi in rapido sviluppo possono aumentare, ha detto, “ma abbiamo bisogno di strumenti che garantiscano questi investimenti e il ritorno su di essi. Su cosa ci si può basare, se non sull’oro? Sulla qualità dei progetti di investimento proposti. Se garantiamo la qualità e la stabilità dei regimi politici, e dovremo farlo insieme, allora potremo sviluppare un sistema di pagamenti che sarà praticamente privo di volatilità e non sarà soggetto ad inflazione. Tutto questo si può fare. Ne abbiamo discusso con l’amico e collega Presidente Xi Jinping, durante il mio viaggio [16-17 maggio]; ne parleremo con altri leader dei Paesi BRICS. Si tratta di un’area di lavoro comune molto importante”.
Come ha sottolineato Lyndon LaRouche in tutti i suoi scritti su un sistema valutario e commerciale, la chiave per il successo della crescita dell’economia fisica è infatti il tipo e la qualità degli investimenti che vengono effettuati e del sistema creditizio che li agevola (cfr. https://larouchepub.com/lar/2000/lar_commodities_2730.html).