E’ sempre utile per gli europei guardare al di fuori dei propri confini per rendersi conto che in altre parti del mondo si stanno elaborando piani ambiziosi e ottimistici per plasmare il futuro. Tra pochi giorni (31 agosto- 1 settembre), infatti, nella città di Tianjin, non lontano da Pechino, il grande vertice di sempre dell’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (SCO) che vedrà la partecipazione dei leader di oltre venti paesi e dei capi di dieci organizzazioni internazionali. I dieci Stati membri della SCO rappresentano oltre il 40% della popolazione mondiale (circa 3,4 miliardi di persone) e sei di essi (Bielorussia, Cina, India, Iran, Kazakistan e Russia) sono anche membri dei BRICS. I partecipanti dovrebbero adottare una “strategia di sviluppo”decennale per l’intera regione.

Dopo il vertice della SCO, il 3 settembre in Cina, alla presenza di molti leader mondiali, tra cui Vladimir Putin quale ospite d’onore, si terranno le solenni celebrazioni per l’80esimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale nel Pacifico. Appena un giorno prima, il presidente cinese Xi Jinping e il presidente russo terranno un vertice bilaterale per consolidare ulteriormente la cooperazione a tutti i livelli tra i due Paesi.

Sempre il 3 settembre, si aprirà a Vladivostok, nell’Estremo Oriente russo, il Forum economico orientale, dove i leader politici e imprenditoriali di tutto il mondo si riuniranno per esplorare progetti comuni di infrastrutture e altri grandi progetti (cfr. sotto).

Un fattore cruciale per l’esito di questi eventi sarà il ruolo che svolgerà l’India. Le sue elite al potere hanno frenato per anni la piena cooperazione con la Maggioranza Globale, per paura di compromettere le relazioni economiche e militari, con gli Stati Uniti in particolare e con l’anglosfera in generale. Ma la guerra tariffaria dichiarata dall’amministrazione Trump, che si aggiunge un’alleanza NATO sempre più minacciosa e alla rinascita della tradizione non allineata, ha cambiato la situazione.

Ora, per la prima volta da sette anni, il primo ministro Narendra Modi si recherà in Cina, dove parteciperà al vertice della SCO e terrà un bilaterale con il presidente Xi. Si vocifera che potrebbe anche partecipare alle commemorazioni del 3 settembre, il che segnalerebbe un cambiamento ancora più significativo. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi era a Nuova Delhi il 18 agosto per preparare il prossimo vertice. Il primo punto all’ordine del giorno riguarda la risoluzione della annosa disputa sui confini tra i due Paesi. Il secondo è quello di stabilire le basi per una collaborazione reciprocamente vantaggiosa, una collaborazione che Wang Yi ha definito la danza dell’elefante e del drago che, data la popolazione complessiva dei due Paesi, pari a 2,8 miliardi di persone e le loro economie in crescita, dovrebbe trainare l’ascesa della Maggioranza Globale.

Inoltre, il ministro degli Esteri indiano Jaishankar si è¨ recato a Mosca dal 19 al 21 agosto per rafforzare la partnership strategica tra i due Paesi, e concordare una serie di progetti economici e scientifici congiunti. Durante la sua permanenza, l’amministrazione Trump ha minacciato di applicare all’India ulteriori dazi punitivi (il 25% in più rispetto al 25% già in vigore) a causa degli acquisti di petrolio russo da parte di New Dehli. In risposta, il governo Modi sta cercando di aumentare le esportazioni verso altri paesi, anche in Medio Oriente e in Africa.