Nella sua rubrica settimanale per il settimanale Neue Solidarität, la fondatrice e presidente dello Schiller Institute, Helga Zepp-LaRouche, ha lanciato l’allarme sull’imminente distruzione della Germania a causa dell’adesione alla folle politica dell’establishment finanziario transatlantico. L’economia tedesca è la locomotiva dell’economia dell’UE. Si dice che, se la Germania prende il raffreddore, il resto dell’Europa prende la polmonite.
“La deindustrializzazione è in pieno svolgimento”, afferma la signora LaRouche, “e con essa viene demolita non solo la nostra prosperità, ma anche tutto il nostro sistema sociale: sanità, istruzione, pensioni, ecc. Ci aspetta un futuro con il tenore di vita di uno stato fallito. Saremo completamente intrappolati in una politica estera “basata sulle regole”, concepita per perpetuare l’ostilità verso la Russia e rovinare il rapporto con la Cina. In questo processo, tutte le politiche vengono razionalizzate per soddisfare gli interessi del complesso militare-industriale statunitense, che ci sta rovinando economicamente e minaccia un’escalation verso la Terza Guerra Mondiale”.
L’autrice avverte che “tutto questo peggiorerà drammaticamente perché le banche centrali non sono in grado di trovare una via d’uscita tra la Scilla dell’inflazione innescata dall’iniezione di liquidità per salvare i fallimenti e gli aumenti di prezzo dell’energia, e il Cariddi dell’aumento dei tassi di interesse”. Il sistema finanziario neoliberista è irrimediabilmente indebitato con quadrilioni di contratti derivati pendenti. Conclusione: un enorme pasticcio, su tutta la linea! Chiunque, alla luce di questa situazione generale, conti sui “poteri di auto-guarigione del mercato”, scrive la signora LaRouche, è ignorante o malvagio, o entrambe le cose.
La signora LaRouche cita alcuni dati che mostrano come la deindustrializzazione tedesca stia procedendo ad un ritmo drammatico: l’Associazione dell’industria chimica (VCI) ha previsto un calo del 14% della produzione e del 16% delle vendite quest’anno. Il vicepresidente della VCI Markus Steilemann avverte: “La casa è in fiamme!”. L’Istituto economico tedesco (Institut der deutschen Wirtschaft, IW) riferisce che l’anno scorso sono usciti dalla Germania 125 miliardi di euro in più di investimenti diretti rispetto a quelli effettuati all’estero, e che si tratta dei “più alti deflussi netti mai registrati”. La produzione dell’industria automobilistica è ora solo due terzi di quella del 2018 e la tendenza è in calo. L’Associazione tedesca dell’industria (BDI) riferisce che il 16% delle medie imprese sta già trasferendo la produzione all’estero e un altro 30% sta valutando di farlo.
“Abbiamo bisogno di un cambiamento fondamentale di direzione della politica”, afferma l’autrice. Per farlo, dobbiamo lasciarci alle spalle l’intero paradigma neoliberista e green, al quale siamo stati costretti, passo dopo passo, dall’inizio degli anni ’70, insieme al falso dogma malthusiano dei presunti “limiti della crescita” del Club di Roma. (…) Crescita non significa aumento quantitativo, come vogliono farci credere i Verdi, ma significa il sistematico avanzamento qualitativo dell’umanità, il crescente dominio della noosfera sulla biosfera nel senso di Cusano, Keplero, Leibniz, Einstein e Vernadskij.
“È anche nel nostro interesse sovrano”, conclude Zepp-LaRouche, “lavorare insieme alla maggioranza globale dell’umanità, cioè le nazioni del Movimento dei Non Allineati, che ora stanno costruendo un nuovo sistema economico insieme ai Paesi BRICS-Plus, in cui il bene comune di tutti è la base della cooperazione”.