“Nessuno potrà affermare, come gli storici hanno detto a proposito della Prima Guerra Mondiale, che siamo entrati come sonnambuli nella Terza Guerra Mondiale. Le grida di guerra di oggi sono così assordanti che minacciano di risvegliare dai morti le vittime delle guerre precedenti, comprese la Prima e la Seconda Guerra Mondiale”. Questo è l’incipit di un messaggio natalizio pubblicato il 21 dicembre dalla presidente dello Schiller Institute, Helga Zepp-LaRouche. Esso prosegue:
“Il denaro dei contribuenti viene riversato in spese militari di ogni tipo, mentre le economie civili collassano, le infrastrutture decadono e scuole e ospedali vengono chiusi o cadono a pezzi. Negli Stati Uniti, il bilancio del Pentagono per il 2024 ammonta a quasi mille miliardi di dollari, mentre l’UE si avvia a militarizzare il proprio bilancio e quello dei Paesi membri. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius chiede che la società si tenga “pronta per la guerra” e ha affermato che restano solo dai cinque agli otto anni prima di un grande scontro militare con la Russia. I think-tank americani stanno lavorando febbrilmente a ‘giochi di guerra’ per un grande conflitto con la Cina, che, a loro avviso, dovrebbe avvenire il prima possibile”.
“Come siamo finiti su questa strada, che non può che portare a una terza guerra mondiale?” si chiede Helga Zepp-LaRouche, che prosegue denunciando l’ingiustificata influenza che il complesso militare-industriale (MIC) ha acquisito in tutti i settori della società. Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, “Gli Stati Uniti e i Paesi della NATO hanno puntato al controllo politico, all’idea che tutti i Paesi del mondo dovessero adottare il modello neoliberale occidentale, ossia cambi di regime, rivoluzioni colorate, guerre interventiste in cui sono morti molti milioni di persone, costruzione di basi militari in tutto il mondo, addestramento alla guerra per gli alleati stranieri, espansione imperiale dell’UE e della NATO, fino alla creazione di una NATO globale come mezzo per contenere i rivali reali e potenziali, sanzioni mirate ad influenzare i cambi di regime e, infine, uso del dollaro come arma”. Tutto questo sotto la bandiera dell’“ordine basato sulle regole”, della democrazia liberale e dei diritti umani.
“La Cina, invece, ha puntato inizialmente allo sviluppo economico e al superamento della povertà, per poi puntare sempre più alla cooperazione win-win con le nazioni del Sud globale attraverso l’iniziativa della Nuova Via della Seta. Grazie alla cooperazione, queste nazioni hanno avuto per la prima volta la possibilità di liberarsi della povertà e del sottosviluppo risalenti all’epoca coloniale. Oggi, 150 Paesi del Sud del mondo collaborano con la Cina in migliaia di progetti della Nuova Via della Seta, costruendo strade e ferrovie ad alta velocità, porti, aeroporti, corridoi di sviluppo, parchi industriali e altro ancora (…)”
La conclusione che Helga Zepp-LaRouche trae è che il tentativo di costruire un “ordine mondiale unipolare”, sulla base del potere militare, è stato un fallimento monumentale e ha portato ad un “contraccolpo strategico senza precedenti”. La domanda cruciale è ora se l’Occidente sarà in grado di cambiare politica in tempo, al fine di cooperare con il Sud globale e garantire uno sviluppo economico reciproco.
L’ostacolo principale, sottolinea l’autrice, è che “gran parte delle capacità economiche degli Stati Uniti – e una quota crescente di quelle europee – sono state acquisite dal MIC e sono così strettamente intrecciate con i grandi fondi di investimento e le società di gestione patrimoniale di Wall Street e della City di Londra, che un termine migliore è complesso militare-industriale-finanziario (MIFC)”.
“Tecnicamente parlando, sarebbe relativamente facile convertire queste capacità per scopi civili e, invece di fabbricare bombardieri, carri armati e missili, produrre moderni sistemi ferroviari ad alta velocità, reattori nucleari di quarta generazione intrinsecamente sicuri e reattori a fusione nucleare, nonché stazioni spaziali per i viaggi internazionali. In altre parole, tutta la capacità industriale attualmente utilizzata per la distruzione di valore fisico – a cos’altro servono i sistemi d’arma? – potrebbe servire alla produzione di beni utili, che promuovono il bene comune. Invece di carri armati e munizioni, potrebbero produrre scuole e ospedali e contribuire alla prosperità economica!”.
Il testo completo può essere letto su: https://schillerinstitute.com/blog/2023/12/21/turn-swords-into-plowshares/.