Il 19 febbraio si terrà a Washington una manifestazione per la pace intitolata “Rage Against the War Machine”. La protesta è organizzata da una coalizione molto ampia, che riunisce movimenti di tutto lo spettro politico. Manifestazioni gemelle si terranno anche in altre città degli Stati Uniti, seguite da iniziative in Europa la settimana successiva.
Rappresentanti dei due principali promotori, il People’s Party e il Libertarian Party, hanno partecipato alla conferenza dello Schiller Institute del 4 febbraio. Tra i relatori troviamo Diane Sare (foto), assieme a Tulsi Gabbard, Ron Paul, il giudice Napolitano, Dennis Kucinich, Max Blumenthal e Jill Stein.
Le dieci richieste degli organizzatori sono: “Non un centesimo in più per la guerra in Ucraina, negoziare la pace, fermare l’inflazione bellica, sciogliere la NATO, de-escalation nucleare globale, abolire il Deep State della CIA e del complesso militare-industriale, ridurre il budget del Pentagono, abolire la guerra e l’impero, ripristinare le libertà civili, liberare Julian Assange” (https://rageagainstwar.com/).
Angela McArdle, presidente del Comitato nazionale libertario, ha spiegato alla conferenza dello Schiller Institute che “la nostra coalizione abbraccia molti partiti politici e ideologie diverse perché, indipendentemente dalla nostra provenienza, ci sentiamo tutti obbligati a parlare contro questa guerra a nome dell’Umanità. La guerra nucleare riguarda tutti; la pace è per tutti. Anche se ognuno di noi può avere un’idea diversa sull’economia o sul modo in cui intendiamo arrivare a destinazione, dal punto di vista dei valori vogliamo tutti un mondo futuro privo di guerre nucleari. Vogliamo un futuro sicuro e prospero per le nostre famiglie, per i nostri amici e per le persone che verranno dopo di noi. Non vogliamo vivere all’ombra dell’inverno nucleare, vogliamo vedere l’umanità prosperare. Ecco perché siamo riusciti a mettere da parte alcune delle nostre differenze e a riunirci. E, onestamente, è stata un’esperienza meravigliosa. Penso che cose come questa debbano accadere molto più spesso, perché ci aiutano davvero a superare il tribalismo che ci frena in molti modi e che non è affatto necessario. Possiamo davvero entrare in contatto con le persone a livello di valori, capire che facciamo tutti parte del genere umano e che vogliamo tutti andare avanti. Vogliamo il meglio per tutti. E che ci crediate o no, ci sono molte questioni su cui siamo tutti d’accordo. Questa è uno di quelle”.
Nick Brana, presidente nazionale del People’s Party, dopo aver presentato le richieste dei manifestanti ha aggiunto: “Sono molto orgoglioso del fatto che siamo riusciti ad unire un partito percepito come di destra – il Partito Libertario – e un partito percepito come di sinistra – il People’s Party. Questi… non sono temi di destra o sinistra. Nel People’s Party, consideriamo la struttura destra-sinistra come una struttura obsoleta, utilizzata nell’ambito del controllo ideologico per impedire alle persone di parlare realmente tra di loro” e di vedere “chi sta realmente traendo profitto dalla guerra”.
Sia Angela McArdle che Nick Brana hanno ringraziato lo Schiller Institute per aver inquadrato la mobilitazione contro la guerra, vitale negli Stati Uniti, in un più ampio disegno strategico. Infatti, l’organismo presieduto da Helga Zepp-laRouche ha sempre incoraggiato la costruzione di coalizioni su questioni di principio, o la nozione di “coincidenza tra gli opposti”.