Nelle prossime due settimane è prevista una frentetica e intensa attività diplomatica, decisiva per l’adozione del Nuovo Paradigma di mutuo sviluppo – esposto nel modo più chiaro dall’appello del Presidente russo Vladimir Putin al XX Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo (SPIEF) la scorsa settimana e dal programma del Presidente cinese Xi Jinping ‘Una Cintura, Una Via’ – unica alternativa alla traiettoria verso la guerra mondiale, promossa da Londra e Washington.

Giovedì prossimo è previsto il vertice annuale dell’Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione (SCO) nella capitale Taškent dell’Uzbekistan. Dell’organizzazione entreranno a far parte ufficialmente l’India e il Pakistan, mentre all’Iran sarà concesso uno status superiore a quello di osservatore, ora che le sanzioni dell’ONU sono state eliminate a séguito degli accordi P5+1. Da Taškent il Presidente Putin partirà per la Cina, per una visita ufficiale al suo Presidente. Raggiungerà il suo vice Dmitrij Rogozin, che in Cina sta preparando la visita insieme al Vicepresidente cinese Wang Yang. Stanno lavorando ad accordi per la cooperazione sulla tecnologia spaziale, per la possibile vendita di 11 miliardi di azioni di Rosneft, la società petrolifera statale russa, e per possibili investimenti nella linea ferroviaria ad alta velocità tra Mosca e Kazan, estendibile fino a Pechino.

Lo stesso giovedì è atteso il voto pro o contro il Brexit. Il giovedì successivo 28 giugno i Capi di Stato dell’UE dovranno decidere se prolungare di altri sei mesi le sanzioni contro la Russia. Lunedì il Ministro degli Esteri francese ha chiarito che si aspetta che verranno rinnovate, ma ha indicato che la Francia chiederà di ridurle o la loro eliminazione anticipata. Prima di quel giorno i Quattro della Normandia (Putin, Merkel, Hollande e Porošenko) dovrebbero incontrarsi per cercare di riattivare il processo di Minsk II, tema centrale delle sanzioni.

Le provocazioni belliche della NATO nei confronti della Russia stanno chiaramente provocando profonde fratture all’interno delle istituzioni europee. L’attacco del Ministro tedesco degli Esteri Frank-Walter Steinmeier sul Bild am Sonntag di domenica ne è chiaramente un sintomo. La presenza di Matteo Renzi e del Commissario europeo Juncker a San Pietroburgo è un altro.

Un’analisi approfondita del vertice tra i Ministri della Difesa dei Paesi della NATO, preparatorio del vertice di Varsavia di luglio, dimostra la follia di cui è venata l’Alleanza Atlantica. I Ministri partecipanti hanno concordato di considerare lo spazio virtuale di Internet (cyberspace) un dominio miliare aggiuntivo, oltre l’aria, la terra, il mare e lo spazio extra-atmosferico. Nel concreto, ciò significa che un supposto attacco informatico ai danni di un membro della NATO potrebbe scatenare una richiesta di difesa comune alla luce dell’articolo 5 del Trattato Atlantico, portando la NATO ad attaccare la nazione ritenuta responsabile. Questo è il massimo grado di follia, di pericolo di guerra con la Russia o con la Cina, due Paesi che sono stati ripetutamente accusati di condurre atti di guerra informatica agli Stati Uniti e all’Europa.