Un manifesto contro il riarmo atteso da tempo, firmato da 100 eminenti socialdemocratici, ha suscitato grande scalpore tra i russofobi tedeschi (https://www.erhard-eppler-kreis.de/manifest/). Pur condividendo la necessità di una difesa efficiente, i firmatari sottolineano che “questa capacità di difesa deve essere inserita in una strategia di de-escalation e di graduale rafforzamento della fiducia, non in una nuova corsa agli armamenti”. Intitolato “Mantenimento della pace in Europa attraverso capacità di difesa, controllo degli armamenti e comprensione”, il manifesto propone che oggi vengano urgentemente intraprese nuove iniziative sul disarmo e sul rafforzamento della fiducia simili a quelle risalenti alla fine del periodo della Guerra Fredda.
L’iniziativa è stata lanciata da Rolf Mützenich (foto) ex capogruppo SPD al Bundestag, a ridosso del congresso annuale del partito che si terrà l’ultimo fine settimana di giugno, ed è stata sostenuta dal capo dei Giovani Socialisti (Jusos). La leadership del partito, invece, compresi i membri dell’attuale governo di coalizione guidato da Friedrich Merz, come il ministro delle Finanze Klingbeil e il ministro della Difesa Pistorius, l’hanno stigmatizzata.
La priorità per i firmatari del manifesto è porre fine “il più rapidamente possibile alle morti in Ucraina” e, una volta raggiunto questo obiettivo, avviare negoziati con la Russia per “un ordine di pace e sicurezza per l’Europa che sia sostenuto e rispettato da tutti”. Essi, inoltre, ritengono che “non vi sia alcuna giustificazione in termini di politica di sicurezza per un aumento fisso del bilancio della difesa fino al 3,5 o al 5% del prodotto interno lordo per un certo periodo di anni”. Invece di spendere in armi, “c’è urgente bisogno di maggiori risorse finanziarie per investimenti nella lotta alla povertà, nella protezione del clima e nella conservazione delle risorse naturali, cose che colpiscono in modo sproporzionato le persone a basso reddito in tutti i Paesi”.
Il manifesto prende una posizione chiara contro il previsto dispiegamento di nuovi missili americani in Germania a partire dal 2026, sottolineando che lo stazionamento di “sistemi missilistici statunitensi a lungo raggio e ipersonici in Germania renderebbe il nostro Paese un obiettivo primario per un attacco”. Piuttosto, “l’impegno al disarmo nucleare ai sensi dell’articolo 6 deve essere rinnovato e rafforzato con relazioni vincolanti sui progressi compiuti e dichiarazioni di ‘non primo uso’ ai sensi del Trattato di non proliferazione”.
La spinta alla militarizzazione della Germania ha anche causato grande preoccupazione tra la popolazione russa. Un sondaggio d’opinione condotto dall’istituto indipendente Levada all’inizio di giugno ha rilevato che il 55% degli intervistati considera la Germania il Paese più ostile, seguito dalla Gran Bretagna (49%) e dall’Ucraina (43%). Mentre ancora nel 2024 gli Stati Uniti erano in cima alla lista con il 76%, quest’anno solo il 40% degli intervistati li considera il principale nemico della Russia, il che è senza dubbio legato al dialogo tra Trump e Putin avviato alcuni mesi fa.