Il 12 giugno sono cominciate le più grandi manovre aeree della NATO nella storia (Air Defender 23), che si tengono principalmente nei cieli della Germania. Un totale di 250 aerei, di cui 100 negli USA, e oltre diecimila addetti da 25 paesi partecipano all’esercitazione lungo un periodo di dieci giorni. Ufficialmente, le manovre simulano un attacco nemico dalla Russia.
L’esercitazione fa parte delle manovre più ampie denominate Defender 23, cominciate il 22 aprile, che termineranno il 23 giugno e riguardano il coordinamento della difesa degli alleati europei da parte degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, il 4 giugno sono partite le manovre navali nel Baltico (Baltops, foto) che coinvolgono cinquanta vascelli, 45 aerei e circa 6000 persone da venti paesi. Secondo il giornalista investigativo Seymour Hersh, le manovre Baltops dello scorso anno servirono come copertura per eseguire il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream.
Tutto ciò si svolge in prossimità dei confini russi nel momento in cui la NATO, usando l’Ucraina per procura, è di fatto in guerra con Mosca. Un falso segnale, una manovra ambigua da una delle parti potrebbe essere facilmente fraintesa come atto di aggressione e “lo scenario peggiore” diventerebbe realtà.
Nel frattempo, nella stessa Ucraina è iniziata la controffensiva, in uno scenario da guerra di posizione che ricorda la Prima Guerra Mondiale. Nessun esperto militare competente si aspetta che gli ucraini riescano a riconquistare porzioni significative di territorio, a meno che i russi non decidano di abbandonarle. D’altra parte, c’è stato un aumento degli attacchi ucraini su territorio russo e degli atti di sabotaggio.
Il 6 giugno è stata fatta saltare la diga di Kakhovka, causando enormi danni nella valle del Dnepr. Poche ore prima, era stato fatto saltare il gasdotto che trasportava ammoniaca da Togliattigrad a Odessa, sabotando la capacità di trasportare fertilizzanti alle nazioni in via di sviluppo come parte dell’accordo del Mar Nero.
Un altro problema per l’Occidente è l’incapacità di produrre tutte le armi e le munizioni di cui avrebbe bisogno l’Ucraina. L’amministratore delegato di Rheinmetall, la grande impresa della difesa tedesca, ha appena ripetuto che il suo gruppo non potrà produrre il volume di munizioni richieste e l’ex Primo ministro slovacco Peter Pellegrini ha dichiarato che i depositi europei sono vuoti e che occorrerebbero 5-10 anni per riempirli. La notizia che un terzo dei carri Leopard consegnati a Kiev sono già stati distrutti ha raffreddato gli animi di qualche illuso geopoliticante.
Eppure, si continua a bloccare gli appelli al cessate il fuoco e ai negoziati e a caldeggiare invece l’espansione della NATO nell’Indo-Pacifico, con l’apertura di una sede in Giappone, per meglio minacciare la Cina.
Ciononostante, i protagonisti del Sud Globale, compresi sei capi di stato africani e il Presidente brasiliano Lula, continuano a perseguire iniziative di pace.