Nell’UE ribolle il malcontento per la palese incompetenza della Commissione europea nell’organizzare la campagna di vaccinazione contro il Coronavirus. Al 29 gennaio, meno del 3% della popolazione europea era stata vaccinata. Benché la Von der Leyen si sia affrettata a promettere che entro settembre il 70% della popolazione europea sarà vaccinata, al ritmo attuale questo obiettivo non potrà essere raggiunto prima del 2024!
La Commissione Europea – e specialmente la sua presidente Ursula von der Leyen – è stata criticata da ogni parte per aver ordinato i vaccini in ritardo e per aver insistito che la Commissione gestisse le cose a livello centrale per tutti gli stati membri, invece di lasciarli procedere su base nazionale, scelta che sarebbe stata molto più efficiente. Infatti, le consultazioni serie sull’acquisto di vaccini non sono iniziate se non nell’agosto 2020: ben tre mesi dopo che l’amministrazione Trump aveva negoziato l’acquisto di diverse centinaia di milioni di dosi con cinque importanti case farmaceutiche. Anche il Regno Unito era tre mesi in anticipo rispetto a Bruxelles, ed è ora il paese europeo con il più alto numero di vaccini somministrati ogni 100 abitanti.
L’UE, al contrario, è stata titubante nel fare offerte finanziarie concrete e non è stata capace di organizzare la consegna di un numero sufficiente di vaccini. La decisione di mettere l’UE al comando è stata presa per ragioni puramente ideologiche. Bruxelles, Francoforte e Parigi temevano che permettere agli stati membri di agire indipendentemente avrebbe significato la fine del processo di integrazione. Ma l’UE non ha il potere di agire in modo rapido ed efficiente come potrebbe fare un governo nazionale. Mentre un governo può mobilitare enormi risorse attraverso il credito pubblico, l’UE non può prendere in prestito denaro al di fuori delle proprie risorse e può solo spostarle da una voce di bilancio all’altra (il Resilience and Recovery Fund è un’eccezione, ma ci sono voluti mesi di negoziati per farlo approvare).
Il governo dell’Ungheria è stato il primo a rompere con la strategia di Bruxelles e ha ordinato il vaccino Sputnik V dalla Russia nonostante pressioni in senso contrario. Altri governi dell’UE potrebbero seguire.
Un enorme scandalo è scoppiato la settimana scorsa in Germania quando è stato reso pubblico il contratto negoziato tra la von der Leyen e il produttore britannico-svedese AstraZeneca. Come si è scoperto, contrariamente a quanto lei aveva affermato, non ci sono impegni fissi sulle quantità o sui tempi di consegna. Il tabloid Bild ha lanciato una bordata contro la von der Leyen il 30 gennaio, definendo il contratto “orrendamente negoziato” e una “dichiarazione di fallimento” per l’UE. O la von der Leyen “ha consapevolmente mentito ai 447 milioni di cittadini europei o non sapeva cosa c’era nel suo stesso contratto”.
Anche il ministro della Sanità tedesco Jens Spahn ha criticato la lentezza a livello europeo. Se la von der Leyen e la Commissione non risolvono la situazione entro marzo, l’UE potrebbe essere costretta ad ordinare i vaccini dalla Cina. Inoltre, dato che solo siringhe molto piccole possono essere usate per i vaccini contro il COVID-19, la Germania teme che ci sarà presto una carenza di siringhe disponibili. Pertanto, secondo la Bild, il governo ha ordinato dalla Cina 1,5 milioni di siringhe da 1 ml! Con la Germania che deve affrontare diverse elezioni regionali e le elezioni politiche quest’anno, la crassa incompetenza (se non peggio) dell’Unione Europea potrebbe diventare una questione scottante.