Tutta l’Europa è ormai entrata nella quarta ondata della pandemia, ma la situazione in Germania è particolarmente impressionante. Spinte dal panico, piuttosto che da una strategia ragionevole, le autorità tedesche non vedono altro modo per ridurre drasticamente l’allarmante aumento dei tassi di infezione che imporre maggiori restrizioni alla vita pubblica – con la prospettiva di imporre coprifuoco diurno per i vaccinati e non vaccinati, se necessario, oltre ad alcuni coprifuoco notturni già previsti.
Gli ospedali denunciano già un sovraccarico di lavoro, avendo subito una perdita netta di personale e di unità di terapia intensiva nell’ordine di diverse migliaia di posti letto negli ultimi dodici mesi. Il ministro della Salute Jens Spahn (foto) aveva promesso un anno fa che sarebbero state acquistate 13.000 nuove unità, ma ciò non si è mai concretizzato. Solo pochi giorni fa, Spahn ha proposto che i pazienti vengano curati in altri Paesi europei, qualora non ci siano strutture sufficienti per loro in Germania!
La carenza di letti e di personale è il risultato di circa vent’anni di incompetenza, ignoranza e approcci dettati dall’austerità. Mancano attualmente 220.000 unità di personale infermieristico, la maggior parte da prima della pandemia. La situazione è destinata a peggiorare notevolmente poiché 500.000 infermieri andranno in pensione entro il 2030. È quindi urgente un programma d’urto, che preveda il reclutamento e la formazione completa di diverse centinaia di migliaia di unità di personale infermieristico ben pagato. Questo in aggiunta a tutti gli altri investimenti necessari nel settore medico per le attrezzature, gli ospedali e la prevenzione. Insomma, l’austerità di bilancio è il nemico di un sistema sanitario ben pensato.
Una volta la Germania era un modello in queste cose, ma i politici di oggi sono dell’opinione che per il momento “dovremo semplicemente convivere con il virus”.
Guardando indietro a quasi due anni di pandemia, è evidente che la decisione di trasferire il coordinamento delle misure dagli stati membri dell’UE alla Commissione europea è stato un grave errore, che ha ritardato l’inizio dei tamponi di massa e della vaccinazione di diversi mesi, mentre Bruxelles sprofondava nella disputa su chi avrebbe dovuto pagare e quanto. È stato anche un errore per tanti politici ed esperti sostenere che somministrare il vaccino fosse un’alternativa alla creazione di più unità di terapia intensiva. Anche in termini monetari, il costo della pandemia supera di gran lunga la quantità di denaro che può essere stata “risparmiata” col mancato investimento in aree vitali.
Il “periodo natalizio molto drammatico” a cui andiamo incontro, secondo il direttore del Robert Koch Institute Lothar Wieler, a causa dell’atteggiamento di laissez-faire dei politici, è ora più certo, poiché le misure adottate per contenere e ridurre sostanzialmente l’attuale tasso di contagio stanno arrivando troppo tardi. Si spera (ma non ci si aspetta) che il prossimo governo tedesco faccia un lavoro migliore di quello attuale.