Il londinese “Osservatorio sui Diritti Umani in Siria” è l’unica fonte di notizie a disposizione della stampa occidentale sui decessi giornalieri dovuti ai disordini in Siria e attribuiti ad Assad (di tale ente si servono anche la Commissione sui Diritti Umani dell’ONU capeggiata da Navi Pillay e il segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon). L’ente, a sua volta, riceve questi preziosi numeri da un’altra scatola londinese, il “Centro sulle Comunicazioni e sulla Risorse Strategiche”, guidata dal siriano Ausama Monajed.

Chi è questo signore? La sua storia non soltanto autorizza a dubitare della verità dei suoi luttuosi resoconti e, come ha fatto notare il giornalista Phil Giraldi, del loro provenire dalle fila dell’opposizione: probabilmente nascono completamente all’interno dei servizi segreti britannici.

Così come accadde con i terroristi libici del LIFG, operativi a partire dalla Gran Bretagna contro il regime di Gheddafi, il siriano Ausama Monajed è controllato dai britannici. Riferisce ai media occidentali dei “mayhem” ordinati dal regime di Bashar al-Assad, conta su diversi appoggi ed è ben protetto dai servizi inglesi. Fondatore e membro del Consiglio Nazionale Siriano, il gruppo che richiede con forza alla Lega Araba di rovesciare al-Assad, Monajed è membro anche dell’Osservatorio sui Diritti Umani in Siria.

Stando ad alcuni rapporti sul suo conto, lavorerebbe con altre persone residenti in Francia, Libano e Qatar. Quest’ultimo paese è diventato un ottimo avamposto per Riad e Londra ed ha appena adottato la corrente Wahhabita come religione nazionale, e risulta anche una delle principali fonti di finanziamento per le operazioni di Monajed.

Quest’ultimo partecipa a numerosi forum internazionali. Fu invitato, per esempio, a Chatham House per parlare ad una tavola rotonda sul futuro della Siria. È ben accolto dal gruppo dell’americano Project Democracy e ha parlato in alcuni seminari sulla Siria tenuti presso l’americano Istituto per la Pace (l’USIP di Washington).

Monajed si è formato come economista, ha lavorato per il programma di sviluppo delle Nazioni Unite, poi per la Commissione Europea sui programmi di sviluppo interni alla Siria. Nel 2005 ha rinunciato al suo incarico presso il governo siriano trasferendosi in Gran Bretagna per operare all’ombra del MI6 e di Tony Blair, in azioni contro al-Assad.