Jason Ross, consigliere scientifico dello Schiller Institute, ha aperto la seconda sessione della conferenza dello Schiller Institute il 26 giugno ricordando che nella concezione larouchiana dell’economia fisica, la chiave dello sviluppo economico e della produttività è l’infrastruttura di base organizzata come piattaforma produttiva.
Oggi, ha proseguito, “la componente centrale di una piattaforma infrastrutturale è senza dubbio l’energia. Fu il motore a vapore, liberando l’energia chimica contenuta nel carbone, a trasformare questa in movimento e a scatenare l’industrializzazione del mondo, una nuova era per l’umanità nell’economia globale, e a innalzare le aspettative medie di vita di un paio di decennî. Non dovremmo mai cessare di stupirci per quanto esso sia stato impressionante, potente e assolutamente essenziale nella storia dell’economia e dell’umanità”.
“Lo sviluppo dell’elettricità ha trasformato il tipo di risorse disponibili, il nostro rapporto con quelle risorse e il tipo di prodotti che siamo capaci di creare, superando il [mero] movimento e creando cose come saldature con fasci di elettroni, a laser, e così via”.
“Il potere del nucleo atomico non è stato minimamente sviluppato, ma ci mostra il potenziale di livelli energetici, superiori di molti ordini di grandezza a ciò che si ottiene con l’elettricità di origine chimica, con i pannelli solari e roba simile. Potenzialmente, la fusione nucleare trasformerebbe, in un modo molto potente, il nostro rapporto col mondo circostante, paragonabile solo allo sviluppo della caldaia a vapore [nel suo tempo]”.
Ma è l’energia stessa a essere nel mirino del complesso militare-industriale allargato, discusso nella prima sessione, ha proseguito Ross. “Ci viene detto che il pianeta è minacciato dal flagello dei cambiamenti climatici provocati dall’uso sconsiderato e illimitato dei combustibili fossili da parte dell’uomo, per immissione di enormi quantità di biossido di carbonio nell’atmosfera, e che questi combustibili fossili, che da decennî sono assolutamente essenziali per migliorare la vita degli esseri umani, devono essere abbandonati immediatamente. E guai a chi osasse essere in disaccordo!”
“Ci viene detto che la scienza con la lettera maiuscola sia ‘definitiva’, che non vi sia spazio per un dibattito sul tema e che dobbiamo accettare le restrizioni, pur non capendole. Non è così che funziona la scienza; la scienza è un processo, è uno sviluppo, è scoperta. Così, oggi vedremo come la crescita economica, lo sviluppo della biosfera e l’enorme quantità di energia che il mondo richiede siano tra loro coerenti e come la presunta scienza dei cambiamenti climatici sia piena di buchi”.
Nella sessione, hanno preso la parola Megan Dobrodt, presidente dello Schiller Institute statunitense; Kelvin Kemm, ex presidente della Nuclear Energy Corporation del Sud Africa; Emanuel Höhener, presidente della rete svizzera Carnot-Cournot; Augustinus Berkhout, presidente del Climate Intelligence Group; Horst-Joachim Lüdecke, professore emerito di Tecnologia e Economia all’Università della Saarland; Nicola Scafetta, docente di Oceanografia e Fisica dell’Atmosfera presso l’Università Federico II di Napoli; Ben Greenspan, direttore dell’American Board of Science in medicina nucleare; Paul Driessen, consigliere del Committee for a Constructive Tomorrow e Vincenzo Romanello, fondatore di “Atomi per la Pace”. (Nella foto Lyndon LaRouche)
Invitiamo i lettori a seguire tutti i video su https://schillerinstitute.com.