Il 27 maggio 1982 Lyndon LaRouche ebbe un incontro di quaranta minuti con il Presidente messicano José López Portillo, e rispose quindi alle domande di sessanta giornalisti riuniti presso la residenza presidenziale messicana di Los Pinos. La prima domanda riguardava la Guerra delle Malvinas, in corso in quell’anno: “Che cosa pensa dell’aggressione colonialista britannica all’Argentina?”

LaRouche denunciò l’aggressione coloniale britannica come un precedente di un possibile dispiegamento dell’Alleanza Atlantica fuori della sua area di pertinenza, in difesa di un sistema finanziario morente, e invocò al suo posto una cooperazione tra Stati Uniti e Messizo sullo sviluppo economico mediato dall’alta tecnologia, quale modello generale dei rapporti Nord-Sud. “Sono la principale personalità statunitense a difendere l’America Latina”, dichiarò LaRouche ai giornalisti. “Mi ispiro alla Dottrina Monroe della mia nazione, e dunque combatterò come una tigre per difendere il peso [messicano]”. Quindi aggiunse “Se crollasse il Messico, la prossima nazione da distruggere sarebbe la mia”.

Lyndon e Helga LaRouche visitarono il Messico in sei occasioni: nel 1979, nel 1981, nel 1982 (due volte), nel 2002 e nel 2004.

Durante la prima visita, il 28 marzo 1979 LaRouche affermò nel corso di una conferenza stampa di Città del Messico: “Parlando come leader politico degli Stati Uniti che rappresenta la tradizione della Rivoluzione Americana… [la politica maltusiana dell’Amministrazione Carter nei confronti del Messico] è un crimine contro l’umanità. È una politica di genocidio. Denuncio coloro negli Stati Uniti che oggi stanno attaccando il Messico, sono traditori della Rivoluzione Americana… È stato importante per me cogliere questa occasione di essere in Messico in questo momento storico, poiché, nonostante il governo [di López Portillo] non venga considerato una potenza comunemente intesa, è oggi una delle forze morali più importanti nel mondo, e… una delle forze che guidano il nuovo ordine economico mondiale a favore dei paesi in via di sviluppo”.

Una settimana prima, in una dichiarazione per la televisione statunitense del 20 marzo 1979, LaRouche aveva affermato: “Ovviamente, siamo una delle nazioni industriali dalle quali il Messico desidera … aumentare i propri acquisti di beni capitali, cioè i mezzi utili alla manifattura, le macchine utensili e le attrezzature per modernizzare la propria agricoltura. Questo significa per gli Stati Uniti un potenziale di miliardi di dollari annui nelle esportazioni di beni capitali frutto di alta tecnologia”.

Il 9 marzo 1981, LaRouche disse a un’emittente televisiva di Monterrey: “Dare una forma all’esito dell’imminente vertice tra Reagan e López Portillo è stato precisamente uno dei miei obiettivi nel venire qui”. Un accordo per lo scambio di petrolio e tecnologia tra gli Stati Uniti e Messico avrebbe “rappresentato in principio il modello di un nuovo ordine economico nei rapporti Nord-Sud… [in quanto renderebbe possibile] un cambiamento nella geometria strategica globale risultante, come in una reazione a catena”.

Il 26 marzo 1981, LaRouche dichiarò a un seminario a Washington, D.C.: “La caratteristica più importante di qualunque investimento nel prossimo decennio dovrebbe essere nell’energia nucleare… Solo la potenza dell’energia nucleare soddisfa le necessità dello sviluppo messicano. Il Messico dovrebbe possedere tecnologie nucleari, sviluppare ricerche e adottare i necessari programmi di formazione, proprio come [la società petrolifera statale messicana] Pemex ha fatto in relazione alle tecnologie petrolifere”.
Il 13 aprile 1981, in occasione della preparazione da parte degli Stati Uniti e del Messico di un secondo vertice tra i Presidenti José López Portillo e Ronald Reagan, il Comitato Politico Democratico Nazionale (NDPC) fondato da Lyndon LaRouche, emise una dichiarazione sull’immigrazione con il titolo “Nessuna legge sui migranti funzionerà senza un approccio per la crescita”. Al suo interno:

“Questo annoso pomo della discordia tra Stati Uniti e Messico offre in verità la possibilità di compiere un grande passo verso rapporti bilaterali nel complesso benefici con i nostri vicini a Sud, incentrati sulla cooperazione per la rapida industrializzazione ad alta tecnologia di entrambe le nazioni, e che potranno fungere da modello nei rapporti Nord-Sud nel loro insieme… Al centro del tema dell’immigrazione non v’è altro che lo scopo costituzionale per il quale fu fondata questa nazione. Stabilita dai nostri Padri Fondatori con la Costituzione, l’America fu creata come tempio di libertà impegnato al continuo progresso industriale del suo popolo. Non soltanto abbiamo accolto “gli afflitti, i poveri e gli affamati” del mondo sulle nostre coste e li abbiamo assorbiti nel flusso principale della nostra economia in espansione, un’economia cui a loro volta hanno contribuito grazie alle loro capacità applicate”.

Il 4-7 novembre 2002 LaRouche visitò Saltillo e fu intervistato dal quotidiano messicano Excélsior:
In questo momento, pongo l’enfasi sui rapporti tra gli Stati sudoccidentali e quelli del Messico settentrionale. La necessità più urgente per l’espansione su larga scala dello sviluppo di infrastrutture economiche di base all’interno di tale porzione degli Stati Uniti e le necessità complementari delle stesse classi di investimento nel Messico, suggeriscono un approccio politicamente praticabile al problema. Sottolineo in particolare: a) l’espansione della generazione e della distribuzione integrate di energia elettrica; b) la gestione delle risorse idriche su larga scala; e c) lo sviluppo combinato sulle direttrici Est-Ovest e Nord-Sud di una rete ferroviaria moderna”.

“In particolare, la caratteristica comune di una sezione del Nord America estendentesi fino all’Oceano Artico a partire dalla regione del Messico compresa tra le due catene di Sierra Madre è una regione di potenziale sviluppo con un cronico bisogno di acqua. Se mettiamo da parte, per un momento, il tema della dissalazione [dell’acqua marina], ci restano principalmente due approcci per superare i deficit idrici maggiori. La costruzione di canali per il trasporto d’acqua dal Messico meridionale al Nord e il progetto cosiddetto NAWAPA quale fu pensato dalle società statunitensi attorno alla Parsons”.

“Così, i bisogni di uno sviluppo infrastrutturale degli Stati sudoccidentali e del Messico settentrionale, non sono soltanto complementari, ma sono parte integrante di un miglioramento della cooperazione tra Stati Uniti d’America e Messico. Rappresentano anche un potenziale relativamente di larga scala per assorbire con l’occupazione lavorativa gli effetti della disoccupazione in ampi settori che interessa i residenti messicani negli Stati Uniti o i lavoratori messicani impiegati nella produzione per l’export verso gli Stati Uniti”.

Qualunque iniziativa riguardante tali programmi infrastrutturali proveniente dagli Stati Uniti assicurerà la cooperazione transfrontaliera nello stesso modo dei programmi per il Messico”.
Il giornalista dell’Excélsior gli chiese: “Nei termini della migrazione della manodopera messicana negli Stati Uniti, che cosa, secondo Lei, può essere fatto a beneficio degli immigrati che, in pratica, sono vittime di discriminazione razziale, etnica e culturale, e di sfruttamento quando non di flagrante persecuzione?”

LaRouche rispose: “Io, come altri sia negli Stati Uniti sia in Messico, ci battiamo contro questa ingiustizia da più di vent’anni. Il problema esisteva anche molto prima del 1982, ma finché tra i prevalenti circoli politici di entrambe le parti al di qua e al di là della frontiera prevalse il principio della società di produzione, piuttosto che quello della società di consumo, i riformatori vedevano la società e gli aspetti economici di questa ingiustizia nei termini di miglioramenti nelle condizioni sociali ed economiche della vita familiare e dell’impiego lavorativo, da entrambe le parti della frontiera”.