Vedremo gli Stati Uniti resuscitare il paradigma di creatività scientifica e di produttività economica necessario a collaborare pacificamente, sul lungo periodo, con il progresso della Cina?

Vedremo l’Europa decidersi a lasciare ciò Helga Zepp-LaRouche ha definito un “patto suicida” con il Presidente americano Barack Obama e la pianificazione da parte del Comando dell’Alleanza Atlantica della guerra contro la Russia e la Cina? L’Europa si assocerà finalmente allo sforzo di costruzione delle infrastrutture della Nuova Via della Seta e alle imprese ambiziose dell’esplorazione umana dello spazio profondo e dello sviluppo delle fusione nucleare controllata?

Queste sono le vere domande che dovrebbero coinvolgere e agitare i cittadini, soprattutto dei Paesi occidentali.

È di questi giorni l’annuncio del lancio di una collaborazione tra i ricercatori tedeschi sulla fusione nucleare e un laboratorio nazionale russo impegnato nello sviluppo di un reagente detto “deuterio polarizzato”: un esempio di come le forze più competenti in Europa possano adottare un orientamento creativo. Tale collaborazione potrebbe moltiplicare gli effetti del recente primato del programma tedesco sulla fusione nucleare, anche se la Cina lo ha già superato, nel frattempo. Pechino farà dell’innovazione e della crescita tecnologiche un tema centrale del vertice G20, previsto a Hangzou il 4-5 settembre, preceduto dal Forum Economico dell’Oriente, organizzato dalla Russia a Vladivostock il 2-3 settembre, e parimente orientato alla crescita economica.

Le nazioni eurasiatiche si stanno interessando a un processo capace di far vincere la pace e lo sviluppo economico sulla “guerra permanente” dell’Occidente succube delle ideologie neoconservatrice e liberista; se lo stanno facendo, si deve soprattutto alla leadership del Presidente russo Vladimir Putin.

Gli Stati Uniti sono così posti davanti a una scelta, che è cosa affatto differente dalla scelta tra i due Dick Cheney candidati alla Presidenza.

Il Fondo Monetario Internazionale ha previsto il 12 agosto che la Cina vedrà cadere al 6% la propria crescita economica, nel 2020. Se fosse vero, allora gli Stati Uniti potrebbero sperare di raggiungere la crescita cinese in quel termine temporale, dotandosi di una Nuova Presidenza rivoluzionaria, decisa sull’uso del credito nazionale per le nuove infrastrutture, l’esplorazione spaziale e le tecnologie per la fusione nucleare!

I funzionari del Governo federale e della Federal Reserve hanno perlomeno ammesso, di recente, che sono preoccupati per la bassa produttività dell’economia statunitense e per la bassa crescita. Con Obama l’economia ha registrato un calo senza precedenti della crescita della produttività, comunque la si misuri.

Il modo più comune è nel calcolo del rapporto del PIL per il numero delle ore lavorate. Con tale rapporto la crescita della produttività del lavoro non ha mai raggiunto l’1 per cento annuo, da quando Obama firmò il suo “decreto sullo stimolo economico” il primo anno alla Casa Bianca. La crescita economica americana, d’altra parte, si è mantenuta negli ultimi dodici mesi al pietoso livello dell’1,2 %.

Ma le vere crescite della produttività provengono dagli avanzamenti scientifici e tecnologici, e da un’efficace istruzione. Lo studio dell’Ufficio Nazionale per la Ricerca Economica (NBER, National Bureau of Economic Research) sull’alta crescita della produttività al tempo di Franklin D. Roosevelt afferma che “questa era dovuta alla fortissima crescita della produzione e della distribuzione dell’energia elettrica, dei trasporti, delle comunicazioni, dell’ingegneria civile e strutturale impegnata in ponti, gallerie, dighe, autostrade, ferrovie e sistemi di trasmissione, e della ricerca e dello sviluppo presso le società private”. Le sfide costituite da tutta questa costruzione di infrastrutture moderne produssero avanzamenti tecnologici in numerosissime industrie. La ricerca presso le società private beneficiò enormemente di tali condizioni.

Gli economisti normalmente classificano gli anni dei quattro termini presidenziali di F.D. Roosevelt e gli anni Sessanta del Progetto Apollo dal punto di vista dei picchi di crescita della produttività fisica associati a questi periodi, intorno al valore del 3 percento.

Stando alla Federal Reserve e all’NBER, gli otto anni di George W. Bush la portarono all’1 percento annuo e i quasi otto anni di Barack Obama allo 0,75 percento.

È urgente e opportuno creare una Nuova Presidenza e cercare di recuperare sul terreno in cui la Cina sta vincendo, ironicamente, con la politica americana di Alexander Hamilton.

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