La cricca neoconservatrice nell’Amministrazione di Trump sta cercando di accelerare la crisi venezuelana. La sua fuga in avanti potrebbe scatenare un conflitto militare in Sud America, in quanto il capo del comando meridionale dell’esercito americano ha dichiarato che è pronto a reagire se necessario. Se questo accadrà, il Segretario di Stato Mike Pompeo, il vicepresidente Mike Pence (foto) e il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, tra gli altri, non solo distruggeranno i rapporti tra Stati Uniti e America Latina ma intrappoleranno Trump in una situazione che potrebbe distruggere la sua presidenza, facendo il gioco dei fautori del golpe del “Russiagate”.

Nota bene: la fuga in avanti nel richiedere che il Presidente venezuelano Nicolás Maduro consenta il passaggio di aiuti umanitari nel suo Paese, che è un trucco che nulla ha a che fare con preoccupazioni umanitarie, avviene mentre Trump prepara un nuovo vertice col leader nordcoreano Kim Jong-un ad Hanoi il 27-28 febbraio. Non è la prima volta che il “partito della guerra” cerca di sabotare gli sforzi di pace di Trump.

Una situazione pericolosa si è creata il 23 febbraio, data stabilita dall’autoproclamato “presidente ad interim” Juan Guaidó per la consegna di aiuti lungo il confine tra Venezuela, Brasile e Colombia. I camion che portavano le forniture hanno cercato di entrare in Venezuela, provocando morti e violenza su ambo i lati del confine. Quel giorno Maduro ha interrotto i rapporti diplomatici con la Colombia, il cui Presidente, ha detto, “ha messo il proprio territorio a disposizione dell’aggressione contro il Venezuela”. Mentre scriviamo la situazione resta molto tesa e pericolosa.

Il Presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha ribadito questa settimana che il dialogo e il negoziato sono l’unica opzione per risolvere la crisi. Ma il 18 febbraio Trump ha pronunciato un discorso a Miami che potrebbe essere stato scritto da John Bolton. Ha ribadito la linea neoconservatrice secondo cui Maduro sarebbe un “dittatore socialista” responsabile di tutti i mali del Venezuela e dovrebbe essere destituito il prima possibile, insieme ai governanti di Cuba e Nicaragua. Da tre giorni la città colombiana di confine Cúcuta pullula di neoconservatori americani, incluso il Senatore Marco Rubio e l’inviato speciale per il Venezuela Elliott Abrams (reso famoso dallo scandalo Iran-Contra). Il 26 febbraio il Vicepresidente Pence arriverà per chiedere “libertà e democrazia” per il Venezuela.

In assenza di un approccio americano sano verso il Sud America, in coordinamento col governo di Maduro la Russia tenta di contrastare questa agenda di cambio di regime. Il 22 febbraio i rappresentanti di cinquanta nazioni si sono incontrati nella sede dell’ONU a New York per formare un gruppo che difenda il diritto internazionale e la carta dell’ONU e si opponga a un intervento militare in Venezuela. L’ambasciatore russo all’ONU Vassily Nebenzia ha riferito che l’incontro non riguardava solo il Venezuela ma “un approccio per risolvere i problemi internazionali e varie crisi”.

Occorrerà la sconfitta del tentato golpe britannico contro Trump, di cui Bolton, Mike Pence, Pompeo e altri sono agenti chiave, per far sì che Trump possa cercare una politica più costruttiva in collaborazione con Russia, Cina e altri.