L’arresto di Meng Wanzhou (nella foto con Putin), direttrice finanziaria di Huawei Technologies, ha colto di sorpresa il mondo essendo avvenuta all’indomani della ripresa del dialogo commerciale tra Cina e Stati Uniti, deciso personalmente lo stesso giorno dai Presidenti Trump e Xi al vertice G20 a Buenos Aires. La Meng è stata arrestata dalle autorità canadesi su richiesta degli Stati Uniti, durante uno scalo all’aeroporto di Vancouver. Huawei Technologies è la società tecnologica cinese più prestigiosa, con contratti in tutto il mondo, e Meng Wanzhou è figlia del fondatore. Il mandato di arresto colpisce quindi una delle famiglie più in vista della nuova élite industriale cinese.

Huawei era stata presa di mira in particolare da Robert Lighthizer, rappresentante per il commercio degli Stati Uniti, per la sua posizione di leader nelle nuove tecnologie, in particolare per lo sviluppo delle telecomunicazioni di livello 5G. È in corso una campagna da parte di funzionari americani per scoraggiare le nazioni che intendono lavorare con Huawei, sostenendo che questo renderebbe i loro sistemi di comunicazioni vulnerabili allo spyware cinese.

Ma il mandato contro la Meng sostiene che avrebbe commesso una truffa nel dichiarare che Skycom, una società che fa accordi con l’Iran in violazione delle sanzioni dell’ONU contro la Repubblica Islamica, fosse separata da Huawei – cosa che gli Stati Uniti negano.

Ora il governo canadese dovrà decidere se estradare la Meng alle autorità americane. Funzionari cinesi ad alto livello mettono in guardia dalle “gravi conseguenze” che vi sarebbero se la signora Meng non fosse rilasciata.
Benché questa mossa insolita non abbia ancora interrotto il dialogo tra i due Paesi, essa ha sicuramente reso più difficile raggiungere il necessario livello di fiducia per un accordo commerciale. All’interno e intorno all’Amministrazione di Trump sono attive forze decise a mettere i bastoni tra le ruote al programma di sviluppo della Cina, basato sulla conquista di posizioni da primato in alcuni settori industriali ad alta tecnologia. L’intento dichiarato del Presidente Trump, d’altro canto, è quello di far rivivere il potenziale industriale degli Stati Uniti creando una concorrenza leale a livello globale e non sabotando le capacità cinesi. Molto di quel che chiede il Presidente coincide in realtà con la necessità della Cina di aprirsi ulteriormente, creando un ambiente più attraente per le imprese straniere in Cina.

Secondo dichiarazioni fatte da entrambe le parti, inclusa quella del consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton, il Presidente Trump non era stato informato dell’arresto prima dell’incontro con Xi Jinping a Buenos Aires. Nonostante la controversia, i funzionari cinesi e Trump stesso hanno dichiarato che entro la scadenza dei novanta giorni arriverà una decisione sull’accordo commerciale.