La visita del segretario al Tesoro USA Janet Yellen in Zambia il 24 gennaio è stata di particolare importanza, in quanto è stata utilizzata per lanciare una nuova narrazione sul “debito cinese”, dato che quella della “trappola del debito” non ha fatto presa. Ora Pechino viene accusata di non voler aiutare a risolvere la crisi del debito di cui soffrono molte nazioni africane. L’intento è duplice: la Cina dovrebbe salvare i detentori occidentali del debito di molte nazioni in difficoltà, e queste stesse nazioni dovrebbero astenersi dall’accettare prestiti dalla Cina per progetti infrastrutturali.
Questa strategia è promossa dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), il cui direttore, Kristalina Georgieva, si è recato in Zambia proprio in concomitanza con la visita della signora Yellen, come precondizione per ottenere “sgravi” e “ristrutturazioni del debito”. Gli Stati Uniti intendono fare dello Zambia un modello per questo ennesimo tentativo di bloccare l’Iniziativa Belt and Road e scoraggiare la cooperazione Cina-Africa. In cambio, le ex potenze coloniali, in particolare la Gran Bretagna, offrono la continuazione di una politica di saccheggio delle materie prime, attuata con il pretesto di riforme, privatizzazioni e incentivi agli investimenti. La cosiddetta transizione “verde” è una versione più recente della stessa solfa.
Nel caso dello Zambia – il quinto Paese esportatore di rame al mondo – il saccheggio è probabilmente pari a quello del periodo coloniale formale, come ha spiegato l’EIR in un articolo di Hussein Askary che sarà pubblicato nel prossimo numero della rivista EIR e che è postato su https://www.brixsweden.org/debt-trap-2-0-british-companies-loot-zambia-the-u-s-blames-china/.
Il FMI chiede che lo Zambia smetta di contrarre prestiti per progetti infrastrutturali, il che significa principalmente dalla Cina, anche se non viene nominata. La quota di debito estero dello Zambia in mano agli investitori privati è del 30%, pari a quella della Cina. Tuttavia, i crediti concessi dalla Cina allo Zambia e ad altri Paesi sono finalizzati a incrementare la produttività nazionale attraverso la costruzione di infrastrutture chiave. Questi crediti sono a lungo termine, a bassi tassi di interesse e spesso con lunghi periodi di grazia. Al contrario, i titoli in mano agli investitori esteri recano tassi di interesse molto elevati e sono a breve scadenza. Questa differenza qualitativa viene sempre ignorata nelle analisi e nelle discussioni sul debito.
C’è una stridente ironia nell’arrivo della Yellen all’aeroporto Kenneth Kaunda di Lusaka, che la cinese Xinhua ha descritto con umorismo (e con vignette appropriate): “Il segretario al Tesoro Janet Yellen ha definito la Cina una ‘barriera’ per l’economia africana, dopo essere atterrata in un aeroporto finanziato dalla Cina, aver guidato su un’autostrada costruita dalla Cina e aver visto varie infrastrutture moderne costruite dalla Cina”.