Veniamo bombardati quotidianamente da notizie terribili: il sistema finanziario mondiale basato sul dollaro sta disintegrandosi in una spirale iperinflazionistica; la “probabilità” di guerra tra potenze nucleari è discussa a casaccio in tutti i media; la pandemia continua a mietere vittime mentre emergono nuove malattie. La fame uccide migliaia di persone e ne minaccia miliardi.
I leader del mondo transatlantico sostengono che è tutta colpa di Putin. Dovremmo credere che trent’anni di guerre neocoloniali in Asia, Medio Oriente ed Africa non hanno niente a che fare con tutto ciò, né l’emissione di milioni di miliardi di dollari per salvare le mega banche, invece di portarne i libri in tribunale è estranea alla crisi. Oppure che non è colpa del “Green Deal” che ha ridotto la produzione di energia e ridotto terreno coltivabile. No, è tutto colpa della Russia, Russia, Russia.
Ovvio che i miliardari di Davos suonino questa fanfara, come ha fatto Klaus Schwab, inaugurando il 23 Marzo il World Economic Forum 2022 ed introducendo il Presidente ucraino Volodimyr Zelensky per il discorso di apertura. Dopo una standing ovation, Zelensky ha teso la mano chiedendo decine di miliardi di euro per la ricostruzione, da aggiungere a quelli già versati per armi e propaganda. Da notare che appena due giorni prima, il negoziatore capo Mykhailo Podolyak ha detto che il suo governo non trattava per porre fine alla guerra e che non avrebbe accettato un cessate il fuoco. Mentre Zelensky fu eletto nel 2019 sulla base dell’impegno per la pace nel Donbass e con la Russia, egli sfortunatamente è divenuto ostaggio del famigerato complesso militare-industriale occidentale, dopo aver ricevuto minacce di tipo mafioso dai radicali russofobi e dai neonazisti.
Per mettere in evidenza quanto seria sia la situazione, il più prestigioso pensatoio britannico, il Royal United Services Institute (RUSI), ha proposto che Kiev provochi un’escalation nucleare sulla Crimea, per spingere Mosca a capitolare.
Nel frattempo, Biden si è recato in Asia nel tentativo di isolare la Cina all’insegna delle “democrazie contro le autocrazie”. Fortunatamente per noi tutti, la grande maggioranza dei popoli e dei paesi del mondo non ci casca, essendo più orientata alla realtà che ai racconti. La conferenza organizzata dallo Schiller Institute presenterà l’alternativa a questa politica. (Nella foto George Soros a Davos).