Per mesi, l’amministrazione Biden ha rifiutato persino l’uso del termine “cessate-il-fuoco” nelle dichiarazioni pubbliche sul massacro dei palestinesi a Gaza. Ma poi, improvvisamente, in un discorso pronunciato il 3 marzo a Selma, in Alabama, la vicepresidente Kamala Harris ha chiesto un “cessate-il-fuoco immediato”, descrivendo la situazione a Gaza come “devastante”. “Troppi palestinesi innocenti sono stati uccisi”, ha detto, e ha parlato di “sofferenze immense”. I commenti della Harris sono giunti il giorno prima dell’arrivo a Washington di Benny Gantz, generale in pensione e membro del gabinetto di guerra di Benjamin Netanyahu. La sua visita nella capitale statunitense è stata osteggiata dai suoi colleghi, uno dei quali lo ha definito un “cavallo di Troia”, poiché il governo Netanyahu non ha approvato la visita.
Un attento osservatore della politica di Washington ha dichiarato di ritenere che la dichiarazione della Vicepresidente sia il segnale di panico crescente nel campo di Biden. La nostra fonte ha evidenziato diversi sviluppi recenti:
1. Il voto anti-Biden alle primarie democratiche del Michigan del 27 febbraio, in cui più di 101.000 voti (13,2%) elettori hanno infilato nell’urna schede con su scritto “uncommitted”, ovvero per nessun candidato, in una protesta organizzata contro il continuo sostegno di Biden a Netanyahu. Biden deve vincere nel Michigan per poter essere rieletto nel 2024.
2. Il gesto di autoimmolazione di Aaron Bushnell, membro in servizio attivo dell’aeronautica militare statunitense, di fronte all’ambasciata israeliana a Washington il 25 febbraio scorso, ha scosso l’opinione pubblica e generato una forte protesta contro quello che il giovane ha definito “il sostegno degli Stati Uniti al genocidio”.
3. Grande scalpore ha destato la notizia della “strage della farina”, in cui oltre 100 palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano impadronirsi dei sacchi di farina trasportati dai camion. Mentre le Forze di Difesa israeliane hanno inizialmente sostenuto che le morti sarebbero state causate dalla calca, i successivi resoconti hanno smentito questa versione, confermando che sono stati gli israeliani e fare fuoco provocando molte delle morti.
4. L’annuncio del vicedirettore esecutivo del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite che più di 500.000 palestinesi di Gaza rischiano di morire di fame.
5. Un sondaggio del New York Times pubblicato nel fine settimana che mostra che il 73% di coloro che hanno votato per Biden nel 2020 ora lo considerano “troppo vecchio per essere efficace”.
Inoltre, accanto alla crescente opposizione alla politica di Biden nell’Asia sud-occidentale, è sempre più chiaro che il piano Biden-NATO per una vittoria nella guerra per procura contro la Russia è fallito, mentre prosegue al Congresso lo stallo della legge sui nuovi fondi per l’Ucraina. Questi sviluppi hanno scosso tutti i falchi di Washington, tranne gli irriducibili.
Il timore dei sostenitori di Biden è che la piega decisamente negativa che hanno preso gli eventi bellici stia affossando le prospettive di sconfitta di Donald Trump, che ha praticamente conquistato la nomination repubblicana con le vittorie alle primarie dell’ultima settimana. La dichiarazione di Kamala Harris potrebbe essere stata un ballon d’essai, per verificare la reazione a un cambiamento di politica. Di per sé non significa nulla, se non il segno che almeno alcuni esponenti dell’establishment statunitense stanno cercando una via d’uscita, dato che il caos scatenato dal suo impegno nella guerra permanente sta creando un ambiente politico altamente instabile.