Con l’assassinio del generale iraniano Qassem Soleimani, comandante della brigata Quds della Guardia Rivoluzionaria ed eroe nazionale in Iran, e di Abu Mahdi al-Muhandis, vice comandante delle Forze di Mobilitazione Popolare in Iraq, con un attacco drone vicino all’aeroporto internazionale di Bagdad, il mondo rischia un’escalation di rappresaglie e contro-rappresaglie che potrebbe condurre non solo ad una guerra in tutto il sud ovest asiatico, ma anche oltre.

Il Pentagono ha rilasciato una dichiarazione, che accompagna l’ordine firmato da Trump per l’attacco, secondo cui Soleimani “stava attivamente sviluppando piani per attaccare diplomatici americani in Iraq e in tutta la regione”. La dichiarazione sostiene che il Gen. Soleimani e la sua brigata Quds fossero responsabili della morte di centinaia di americani e del ferimento di migliaia di loro e che l’attacco mirasse a impedire ulteriori piani di attacco iraniani.

Come ha spiegato la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, è competenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU fare una valutazione legale degli attacchi alle ambasciate straniere, e Washington non aveva richiesto una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU su questo. Ovviamente, il Pentagono non ha ritenuto necessario farlo, dato che l’AUMF del 2001 consente alle truppe americane di attaccare gruppi armati ritenuti una minaccia terroristica. La definizione ufficiale di “terrorista” data all’IRGC nell’aprile 2019 dal Dipartimento di Stato, mossa sostenuta fortemente allora del consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton e dal Segretario di Stato Mike Pompeo, consente alle forze armate americane di attaccare individui associati all’IRGC, in qualsiasi circostanza avvengano. A quel punto il Colonnello in congedo Pat Lang scrisse sul suo blog:

“I deficienti neoconservatori (Pompeo, Bolton, Hannah, ecc.) potranno anche pensare che la reazione dell’Iran alla loro dichiarazione di guerra sarà la sottomissione alla loro volontà, ma secondo me è molto improbabile. Secondo me è più probabile che l’IRGC assorba la nuova realtà e si prepari ad una guerra con gli Stati Uniti”.

Disgraziatamente, con l’assassinio di Soleimani, il monito di Lang che la definizione di organizzazione terroristica straniera possa condurre ad una guerra con l’Iran diventa sempre più veritiero. Quindi, anche se Bolton è fuori dall’amministrazione, la sua politica di scontro ha creato una trappola molto pericolosa per Trump, che potrebbe condurre alla guerra. Non sorprende che Bolton abbia scritto oggi in un tweet “congratulazioni a tutti coloro che erano coinvolto nell’eliminare Qassem Soleimani. Da tempo dovuto, questo è stato un colpo decisivo contro le malvagie attività della Forza Quds in tutto il mondo. Spero che questo sia il primo passo verso un cambio di regime a Teheran”.

Come c’era da aspettarsi, il Leader Supremo iraniano Ali Khamenei ha promesso una “dura vendetta” e in varie città iraniane si sono radunate folle inferocite che minacciano di morte Trump ed esprimono il proprio odio per gli americani. Qualunque sia il punto di vista di altre forze nell’Occidente e nel sud ovest asiatico, è un fatto che Soleimani abbia fatto più di tutti per contribuire alla sconfitta dell’ISIS, Daesh, al Nusra, al Qaeda ecc e rappresenti un eroe nazionale agli occhi degli iraniani. Come c’era da aspettarsi, vari gruppi legati all’Iran hanno immediatamente promesso azioni di vendetta, mentre il governo iracheno ha annunciato che il 4 gennaio presenterà al Parlamento un disegno di legge per porre fine alle basi legali della presenza americana in Iraq.

Data l’estrema complessità della storia del sud ovest asiatico in termini di conflitti etnici e religiosi, le manipolazioni secolari da parte dell’impero britannico e il suo Grande Gioco contro la Russa, e il coinvolgimento in questa regione di tutte le potenze nucleari del mondo, non c’è dubbio che questa escalation abbia il potenziale di sfuggire ad ogni controllo, checché ne pensino le forze coinvolte nel golpe contro il Presidente Trump. Se c’è una cosa da imparare dalla storia militare, è il riconoscimento che le guerre non vanno mai come pianificato. Se avessero saputo come sarebbero evolute la prima e la seconda guerra mondiale, non le avrebbero mai iniziate.

Prima che ci sia un’ulteriore escalation tra gli Stati Uniti e l’Iran, tutti i popoli amanti della pace del mondo dovrebbero invocare un vertice immediato tra i Presidenti di Stati Uniti, Russia e Cina, nello spirito dell’incontro dell’Elba. E’ chiaro che tra i tre presidenti, Trump, che ha promesso di porre fine alle guerre permanenti ed ha già preso varie iniziative in questa direzione, ed i Presidenti Putin e Xi, c’è l’intenzione e la capacità di aggirare le manovre dei guerrafondai stabilendo un più alto livello di cooperazione. Quel potenziale è il motivo per cui è stato orchestrato il tentato golpe contro Trump, col Russiagate e ora con l’impeachment. E’ giunta l’ora che questi tre leader mettano in pratica il potenziale storico che la Provvidenza ha concesso loro.