Alla fine degli anni Novanta, l’economista americano Lyndon LaRouche descrisse in un grafico la dinamica che avrebbe portato le economie produttive degli USA e dell’Europa al collasso, battezzandolo “La tripla curva – una tipica funzione di collasso”.
Quella tripla curva descrive il caso in cui l’attività economica produttiva declina, mentre il volume totale di debito che grava sull’economia e la scorta monetaria aumentano a ritmo crescente, la seconda per mantenere liquido il primo. Nel “punto di intersezione” in cui la base monetaria è aumentata artificialmente più in fretta del debito ci si avvicina al collasso. A metà 2007, LaRouche annunciò pubblicamente che il collasso era inevitabile a meno di una svolta completa nella politica finanziaria ed economica, cosa che avvenne nella seconda metà del 2008.
Da allora si è sviluppata l’inflazione nei prezzi delle commodities. Nel quinquennio luglio 2000-luglio 2005, sono aumentate quasi tutte dal 50 al 100%, fino al crac del 2007-2008. La grande maggioranza di esse ha poi seguito i prezzi dei titoli finanziari (azioni, obbligazioni, derivati e cartolarizzazioni varie) nel crac.
Nell’arco di un decennio le principali banche centrali sono intervenute su scala senza precedenti con decine di migliaia di miliardi di dollari per “sostenere” i titoli finanziari, raccontando che così avrebbero stimolato l’inflazione e la crescita economica. Il valore dei titoli finanziari è cresciuto costantemente, a volte in modo esplosivo, e nuovi miliardari sono spuntati come funghi dopo la pioggia. Ma dal luglio 2010 al luglio 2019, i prezzi di tutte le commodities (con l’eccezione della carne) sono scesi, in alcuni casi del 70%.
Poi, nell’agosto 2019, alla conferenza annuale delle banche centrali a Jackson Hole, nel Wyoming, Marc Carney e un gruppo di banchieri centrali e finanzieri di Black Rock ha deciso di realizzare il “cambiamento di regime” ed imporre il controllo delle banche centrali sulla spesa pubblica e sui flussi di investimento privati, allo scopo di lanciare una svolta drastica nella “finanza verde”, a volte chiamata Great Reset.
Il QE (Quantitative Easing) n. 5 è cominciato il 4 ottobre 2019. La pandemia di Covid ha quindi abbattuto la produzione in tutto il mondo, spingendo la Fed e la BCE a lanciare, nel marzo 2020, un QE a volumi mai visti prima, oltre 250 miliardi di dollari complessivi al mese. Contestualmente è stato lanciato il “Green New Deal”, che ha ridotto la produttività, tagliato la produzione di combustibili fossili e creato il caos energetico. In un “partenariato Fed-Tesoro”, mediato da BlackRock, il Tesoro americano si è indebitato di cinquemila miliardi di dollari in “sostegni Covid” in un anno, con la legge CARES e l’American Rescue Act, per stimolare la spesa del settore privato.
I dati ci dicono che il calo della produzione e della produttività continua dal 2020. Allo stesso tempo, i 14 mila miliardi di dollari emessi dalla politica monetaria espansiva indicano che la funzione della curva tripla ora entra in una combinazione di crollo economico ed esplosione inflazionistica.
Ed infatti, nei soli due anni dal luglio 2019 al luglio 2021, il prezzo delle commodities è andato alle stelle: quelle agricole sono salite del 20-25% e le altre, per la maggior parte, del 20-50%. Alcune, come il gas naturale, del 250%. Assistiamo al processo iperinflazionistico descritto da LaRouche nella funzione di collasso della “tripla curva”.