L’11 settembre 2001, nel momento in cui gli aerei di linea si schiantavano contro il World Trade Center, Lyndon LaRouche era in onda sulla stazione radio KTKK a Salt Lake City, nello Utah, intervistato da Jack Stockwell. Dopo essere stato informato dell’attacco terroristico, le prime parole di LaRouche furono che Osama Bin Laden ne sarebbe stato incolpato, ma lui è “un’entità controllata… non una forza indipendente”. Dopo aver sviluppato questo punto, LaRouche aggiunse che un’inchiesta dovrà esaminare “chi ha mandato, chi ha creato Bin Laden, e chi lo ha protetto e schierato le sue forze.”

LaRouche più avanti nella discussione identificò il ruolo della CIA e dell’intelligence statunitense nell’armare e addestrare i Mujaheddin in Afghanistan per combattere l’esercito sovietico, come parte di un piano lanciato dal consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Carter, Brzezinski. Bin Laden, un cittadino saudita, e le forze che lo circondavano, facevano parte di quell’operazione, sottolineò.

Venti anni dopo l’attacco dell’11 settembre, i documenti relativi al ruolo dei sauditi negli eventi di quel giorno sono ancora secretati, proteggendo la linea ufficiale secondo cui fu Bin Laden, che operava da una grotta in Afghanistan, l’unico responsabile della carneficina. Questa versione, come sappiamo, è stata promossa per giustificare l’invasione dell’Afghanistan e ha fornito da allora la logica della presenza militare degli Stati Uniti e della NATO in quel paese. Quegli attacchi terroristici contro l’America hanno anche aperto una nuova era di guerre permanenti, interventi militari e “rivoluzioni colorate” contro tutte le nazioni sovrane considerate una minaccia all’ordine mondiale unipolare anglo-americano.

Tra coloro che si sono battuti per desecretare i documenti sul coinvolgimento saudita c’era il senatore Bob Graham della Florida, che ha lavorato con i familiari delle vittime dell’11 settembre. Nonostante i loro persistenti sforzi, pienamente sostenuti dal movimento politico di LaRouche, i documenti sono rimasti segreti, assicurando che continuasse l’insabbiamento.

Il 3 settembre, Biden ha fatto un passo per cambiare la situazione. Ha annunciato di aver appena “firmato un ordine esecutivo che ordina al Dipartimento di Giustizia e ad altri enti pertinenti di operare una revisione del desecretamento dei documenti relativi alle indagini del Federal Bureau of Investigation sull’11 settembre. L’ordine esecutivo prevede che il ministro della Giustizia renda pubblici i documenti desecretati nei prossimi sei mesi”. Ha aggiunto che nessuna informazione rimarrà segreta “per nascondere violazioni della legge, inefficienze o errori amministrativi o per prevenire l’imbarazzo di una persona, organizzazione o ente”.

Dato che gli enti di intelligence coinvolti nell’insabbiamento fanno parte dello stesso apparato del “governo segreto” coinvolto nell’armare e proteggere i terroristi, resta da vedere se qualche documento incriminante sia sopravvissuto. Se è così, l’inchiesta su questi enti, chiesta con insistenza da LaRouche, farà molta luce sulle reti dietro la disastrosa politica di guerra degli ultimi due decenni.

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