Durante una conferenza a Damasco la scorsa settimana, la Siria ha annunciato l’adesione all’Iniziativa Belt and Road, con un memorandum d’intesa firmato dal presidente dell’autorità di Pianificazione e Cooperazione Internazionale Fadi al-Khalil e dall’ambasciatore cinese in Siria, Feng Biao. L’accordo segue la telefonata di Xi Jinping con il presidente siriano Assad a novembre e il viaggio del ministro degli Esteri Wang Yi a Damasco la scorsa estate.
“La Siria fu una delle nazioni fondatrici dell’antica Via della Seta, in particolare le città di Aleppo e Palmira”, ha detto Khalil, che ha aggiunto che l’accordo porterà al “rafforzamento della cooperazione congiunta nell’ambito dei rapporti tra i nostri due Paesi amici”.
Mentre le sanzioni occidentali degli Stati Uniti e la guerra hanno devastato la nazione, la Siria ha continuato a godere di buoni rapporti con la Cina, che ha fornito investimenti e assistenza umanitaria. Man mano che si rafforzerà la sovranità statale sul territorio siriano, si svilupperanno sicuramente altre opportunità di collaborazione.
Già nel 2015, mentre la guerra ancora infuriava nel Paese, il corrispondente dell’EIR per l’Asia sud-occidentale Hussein Askary (foto) elaborò una proposta per la ricostruzione della Siria nel contesto di un’adesione del Paese alla Nuova Via della seta via terra e via mare. La proposta, intitolata Operazione Phoenix, prevede di ricostruire l’economia siriana, così come le sue belle città storiche, integrando il Paese nella prospettiva della Nuova Via della Seta (https://archive.schillerinstitute.com/economy/phys_econ/2016/1227-project_phoenix/pp2.html).
Questa prospettiva sta per diventare realtà. Infatti, l’Asia sud-occidentale è sempre più un’area chiave per la diplomazia cinese. Subito dopo la visita in Africa (vedi sopra), il ministro degli Esteri Wang Yi ha incontrato, dal 10 al 16 gennaio, i colleghi di Arabia Saudita, Bahrain, Kuwait, Oman, Turchia e Iran, nonché il segretario generale del Consiglio di cooperazione del Golfo. In un’intervista con i media cinesi, ha detto che la Cina d’ora in poi svolgerà un ruolo più importante nel mediare la pace nella regione.