Mentre la delegazione commerciale americana era intenta a negoziare con la controparte cinese a Pechino, la cinese CGTN ha pubblicato un articolo del corrispondente dell’EIR William Jones, che è anche senior fellow non residente dell’Istituto di Chonyang per gli Studi Finanziari dell’Università Renmin. Sotto il titolo “la disputa commerciale America-Cina: dove non c’è una visione, la gente perisce”, Jones nota che una guerra commerciale sarebbe dannosa per entrambi i Paesi, ma il problema reale non è l’enorme deficit commerciale statunitense nei confronti della Cina.

“Il contrasto tra la forte crescita della Cina negli ultimi due decenni e la relativa stagnazione dell’economia americana non potrebbe essere più drammatico. Il fatto, inoltre, che la Cina e gli Stati Uniti nello stesso periodo abbiano fortemente aumentato l’interscambio in beni, in persone e in idee ha creato l’illusione che il primo sviluppo, l’ascesa della Cina da condizioni di povertà e sottosviluppo, sia la causa del secondo, la stagnazione e la regressione dell’economia americana”.

“In realtà, il desolato stato dell’economia americana può essere attribuito solo alla quasi criminale ignavia dei suoi leader, sia dei governi che si sono succeduti, sia dei membri del Congresso, e delle decisioni che hanno o non hanno preso negli ultimi quarant’anni”, tra le quali la delocalizzazione delle produzioni e il rifiuto di ammodernare l’industria e di introdurre un volano scientifico per traghettare l’economia verso nuove aree del progresso tecnologico.

Sfortunatamente, nota Jones, benché il Presidente Trump abbia promesso di ribaltare queste politiche, egli ha più o meno seguito il vecchio modello. Così, l’economia americana continua a “languire delle ferite che si è inflitta” mentre la Cina viene usata come “conveniente capro espiatorio”.

“I saldi commerciali possono essere pareggiati con più acquisti da parte della Cina e maggiore volontà di vendere alla Cina beni di cui ha bisogno nel settore dell’alta tecnologia. Ma se lo scopo è mettere i bastoni tra le ruote dello sviluppo cinese, come sembra desiderare qualche funzionario americano, ciò può essere visto dalla Cina solo come minaccia esistenziale. Invece, risolviamo i problemi investendo nelle nostre infrastrutture, rilanciando programmi a favore della scienza, ripristinando le capacità storiche della NASA e cercando il modo di cooperare con la Cina per raggiungere quell’obiettivo”.