di Liliana Gorini, presidente di Movisol

Nell’ultima settimana abbiamo assistito allo spettacolo preoccupante dei nostri governi europei che hanno ricevuto Zelensky e gli hanno assicurato armi e sostegno militare per continuare la guerra contro la Russia, con la prospettiva che tale guerra degeneri un un conflitto nucleare. Il governo britannico ha oltrepassato la linea rossa dei missili a lunga gittata (300 km) per colpire il territorio russo. Il governo tedesco ha annunciato la più grande fornitura di armi a Kiev, dell’ordine di 2,7 miliardi di Euro, in violazione del principio “mai più una guerra mondiale dal suolo tedesco”. “L’Europa è in preda ad una psicosi di guerra” è stato il commento del ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, durante la sua visita a Pechino in cui ha elogiato il piano cinese per riaprire i negoziati di pace tra Russia e Ucraina.
Il governo della Meloni ha addirittura ringraziato Zelensky per ciò che fa per l’Europa (ovvero provocare di nuovo una guerra mondiale sul suolo europeo) ed ha annunciato che l’Italia è pronta ad addestrare piloti ucraini per gli F16 forniti all’Ucraina dagli Stati Uniti, diventando così co-belligerante. Durante l’udienza con Papa Francesco in Vaticano, Zelensky si è rifiutato di parlare del piano di pace del Vaticano, ed ha perfino chiesto al Papa di sostenere il suo presunto piano di “pace” che prevede la resa incondizionata della Russia e purghe etniche contro la popolazione russa in Crimea e nel Donbass, dove la guerra era già iniziata nel 2014 coi bombardamenti ucraini contro la popolazione.
Uno spettacolo ancora più indecoroso è quello a cui abbiamo assistito durante il G7 ad Hiroshima, in Giappone, con Biden, Meloni, Macron e gli altri capi di stato (incluso Zelensky) che si recano al memoriale della pace, in ricordo delle vittime della bomba atomica gettata dagli Stati Uniti nelle vicinanze di quell’edificio, e senza nessuna ragione, come ha spiegato recentemente Scott Ritter, in quanto il Giappone aveva già accettato la resa. I capi di Stato del G7, inclusa Giorgia Meloni e Joe Biden, nel loro abbraccio mortale, come l’ha definito qualcuno, si sono riempiti la bocca della parola “pace” mentre in realtà la politica del governo americano e della NATO prevede un attacco nucleare preventivo contro la Russia, che darebbe inizio all’Apocalisse nucleare.
Come dice Giuseppe Verdi nella sua opera “Don Carlo”, “orrenda, orrenda pace, la pace dei sepolcri”.
Parole simili a quelle di Giuseppe Verdi furono usare dal Presidente John F. Kennedy nel suo famoso discorso sulla pace alla American University il 10 giugno 1963, un anno dopo la crisi missilistica di Cuba: “Che tipo di pace intendo? Che tipo di pace cerchiamo? Non una Pax Americana imposta al mondo dalle armi da guerra americane. Non la pace della tomba o la sicurezza dello schiavo. Sto parlando di una pace autentica, quella che rende la vita sulla terra degna di essere vissuta, quella che consente agli uomini e alle nazioni di crescere e di sperare e di costruire una vita migliore per i loro figli – non solo la pace per gli americani, ma la pace per tutti gli uomini e le donne – non solo la pace nel nostro tempo, ma la pace per tutti i tempi”.
Helga Zepp-LaRouche, presidente dello Schiller Institute, ha esortato gli Stati Uniti ad abbandonare la folle politica di guerra di Biden e del complesso militare-industriale invitando il prossimo presidente a tornare alla politica enunciata da Kennedy, unendosi al sud del mondo impegnato in un vero sforzo di pace, come dimostrano i tentativi di mediazione dell’Africa, dell’America Latina, della Turchia e del Papa.
In Italia c’è un’iniziativa molto importante in questo senso, un referendum contro l’invio di armi all’Ucraina basato sull’articolo 11 della nostra Costituzione che recita: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. In fondo a questo articolo pubblichiamo il video della presentazione di Liliana Gorini sugli ultimi eventi a un incontro di Movisol il 20 maggio.
Movisol invita i propri soci, i propri lettori e tutti coloro che desiderano la pace e non vogliono una guerra nucleare a firmare per questo referendum, recandosi nei Comuni in cui è possibile firmare, ai banchetti del comitato referendario o anche online ai seguenti link:

Localizzazione dei banchetti in Italia:
 
https://dovefirmare.it/
 
Come firmare online (costo 1,50 € con SPID, 3 euro senza):
 
https://raccoltafirme.cloud/app/user.html?codice=RIPUDIA_LA_GUERRA
 
Se si vuole formare un comitato locale:
 
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfB7nFjIKxDRK9ZbtHaFtGXygap4WIw4wMB7zwmx_9Irj5tDw/viewform
 
Infine, chi vuole essere aggiornato, può seguire il relativo canale Telegram:
 
https://t.me/referendumRipudiaLaGuerra
 
e/o pagina Facebook:
 
https://www.facebook.com/ReferendumRipudiaLaGuerra

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