di Liliana Gorini, presidente di Movisol

Era ora che qualcuno gliela cantasse chiara: “stai giocando con la vita di milioni di persone. Stai giocando con la terza guerra mondiale”. E’ quanto gli ha detto il Presidente americano Donald Trump durante un duro faccia a faccia alla Casa Bianca, che abbiamo seguito tutti in diretta televisiva. E’ la fine della costosa carriera di Zelensky, un piccolo dittatore fantoccio, messo al potere, ebbene sì, con un golpe voluto dal Dipartimento di Stato americano, a cui Stati Uniti ed UE hanno regalato centinaia di miliardi negli scorsi tre anni, ufficialmente per una guerra che tutti sapevano non avrebbe mai vinto, in realtà miliardi che ha spartito con i suoi amici banderisti. E la questua continua, anche se non è più Presidente da maggio, ha abolito le elezioni e tutti i partiti all’opposizione, incluso quello di Natalia Vitrenko, l’economista ed ex candidata presidenziale che fu ospite di Movisol e di Regione Lombardia nel 2014, e quindi anche del Parlamento Europeo, e denunciò le conseguenze di quel golpe che avrebbe portato ad una guerra e abolito la democrazia in Ucraina. Aveva ragione, e ora rischia il carcere per aver detto la verità sul suo Paese, ed aver ricordato che ci fu un referendum in Ucraina, con cui la popolazione votò contro l’ingresso dell’Ucraina nella NATO.
Per tre anni Zelensky ha ignorato i suoi moniti e quelli di tutti gli altri partiti all’opposizione, ha ignorato gli appelli del Santo Padre per la pace, così come quelli di numerosi politici americani, europei e da tutto il mondo che denunciavano una guerra inutile, ingiusta, che si sarebbe risolta già tre anni fa con un accordo tra Ucraina e Russia se l’allora Premier britannico non fosse corso a Kiev a sabotare l’accordo. Una guerra che ha fatto milioni di vittime, ha mandato in bancarotta l’economia di tutti i paesi europei, a causa delle sanzioni e della folle politica di riarmo dell’UE, ed ha arricchito soltanto l’industria bellica, il cosiddetto complesso militare-industriale che sarebbe meglio definire complesso militare-finanziario, visto che l’industria bellica è tutt’uno con la speculazione finanziaria.
Abituato al trattamento servile dei governi europei, e dell’UE, Zelensky si è recato alla Casa Bianca con il suo solito atteggiamento strafottente, pretendendo questo e quello pur avendo perso la guerra. “Non sei tu a dare le carte” gli ha ricordato Trump, e il suo vicepresidente J.D. Vance gli ha fatto notare il suo tono irrispettoso non soltanto verso il Presidente degli Stati Uniti, che continuava ad interrompere, ma anche nei confronti del popolo americano, chiaramente stanco di finanziare una guerra contro la Russia che non potrà mai essere vinta e potrà solo condurre alla terza guerra mondiale. L’ambasciatrice ucraina si nascondeva la testa nelle mani perché ha capito che così facendo ha decretato la sua fine politica.
E i nostri governi europei? Continueranno davvero a sostenere questa farsa, o prenderanno esempio dal cambiamento in corso negli Stati Uniti e torneranno a parlare di pace e cooperazione economica con la Russia, con la Cina e con il sud del mondo?
Concordo con il conduttore radiofonico e regista Enrico Stinchelli, che ha citato Giuseppe Verdi a ragione in un commento dal titolo “del superbo è vana l’ira”:
“Nel Trovatore di Verdi il primo atto si chiude con un terzetto infuocato, in cui i due contendenti si sfidano a duello e Leonora, in mezzo, non può far altro che assistere, inerme.
“Il terzetto riprodotto in video, con Trump Zelensky e Vance, non possiede la nobiltà e la grandezza di Verdi ma è comunque un momento storico: la fine di Zelensky e la fine di una inutile, costosissima guerra, che ha seminato morte e distruzione.”