Il brainstorming confidenziale dei principali comandi dell’aeronautica tedesca, tra cui l’ispettore capo (il nostro capo di stato maggiore), sulle opzioni per l’impiego di missili Taurus contro obiettivi russi come il ponte sul Mar d’Azov, non ha l’appoggio del governo tedesco – se si può credere alle dichiarazioni ufficiali. Sia il Cancelliere Olaf Scholz che il Ministro della Difesa Boris Pistorius hanno dichiarato che non ci sarà alcuna consegna di Taurus all’Ucraina e che men che meno verrà impiegato personale tedesco per utilizzare il sistema. Tuttavia, discussioni come quella fatta trapelare dai russi riflettono la riluttanza degli utopisti militari in Occidente ad accettare il fatto che l’Ucraina ha perso la guerra e che è giunto il momento di avviare iniziative per un accordo di pace.
Decidere di continuare le ostilità a tutti i costi significa marciare dritti verso un altro ciclo di escalation che avvicinerà il mondo a un confronto militare diretto tra la NATO e la Russia e allo scambio di colpi nucleari. Rifiutare di riconoscere questo pericolo, come ha detto l’ex capo della Bundeswehr Harald Kujat commentando la fuga di notizie, è “penalmente rilevante”, perché implica la preparazione di una guerra di aggressione che la Costituzione tedesca vieta esplicitamente.
L’unica alternativa ragionevole ad un conflitto diretto tra la NATO e la Russia sarebbe che l’Europa e gli Stati Uniti accettassero l’offerta di dialogo fatta da Vladimir Putin nella recente intervista esclusiva con Tucker Carlson. Il Presidente russo ha aggiunto che, secondo lui, l’Occidente vorrebbe porre fine a questa guerra, ma non sa come farlo.
In questo contesto, un ex inviato delle missioni di pace delle Nazioni Unite, Michael von der Schulenburg, ha fatto un’interessante valutazione, pubblicata da RT il 28 febbraio. Se l’Ucraina giunge alla conclusione che la guerra con la Russia è persa, potrebbe non aspettare un cambiamento di opinione in Occidente per accettare l’offerta della Russia di iniziare i colloqui. Una ripresa dei negoziati diretti tra Kiev e Mosca, ha lasciato intendere von der Schulenburg, come quelli iniziati nel marzo 2022, ma sabotati dall’Occidente (in particolare dall’allora premier Boris Johnson), potrebbe portare a una “fine inaspettata” della guerra senza il coinvolgimento dell’Occidente. Potrebbe concludersi secondo le seguenti linee: neutralità militare per l’Ucraina, senza adesione alla NATO, e controllo russo sulle ex parti dell’Ucraina orientale e della Crimea, con accesso russo al Mar Nero. Una tale soluzione, a scapito degli interessi geopolitici occidentali contro la Russia, sarebbe accolta con favore anche dai Paesi del Sud globale, ha aggiunto von der Schulenburg.