Il governo tedesco si è posto l’obiettivo di raggiungere il 100% di decarbonizzazione del settore dei trasporti entro il 2050. Quello che ciò significa e quali saranno i costi è stato oggetto di uno studio dell’Associazione di Ricerca dei Motori a Combustione (FVV), presentato in grande stile alla Conferenza Internazionale dei Motori a Combustione Interna tenutasi a Baden Baden il 26-27 febbraio scorsi. Lo studio è stato eseguito con la collaborazione di partner dall’industria automobilistica, chimica, degli olii minerali e dell’indotto, oltre che di un fornitore energetico, e offre i dati che il governo avrebbe dovuto verificare prima di buttarsi a capicollo in quella che esso chiama la “grande trasformazione”.

Lo studio (Defossilizing the transportation sector, Options and requirements for Germany), rilasciato nel dicembre scorso, dapprima osserva che persino nella prospettiva più ottimistica di sviluppo dei motori a scoppio, l’obiettivo del 100% può essere raggiunto solo se i carburanti fossili vengono eliminati totalmente.

Per cui, lo studio considera una completa riconversione esclusivamente sulla base di fonti rinnovabili, anche se questo approccio è ritenuto irrealistico per vari motivi. Esso compara i costi di riconversione in termini di produzione di carburante, espansione dell’infrastruttura necessaria e costo dei veicoli in ognuna delle tre seguenti opzioni alternative ai carburanti fossili:

1. Uso diretto di elettricità da accumulatori

2. Generazione di idrogeno via elettrolisi

3. Generazione di carburanti sintetici (non fossili)

Lo studio conclude che in ognuna delle opzioni analizzate, i costi raggiungerebbero dimensioni gigantesche: 1,3 mila miliardi di euro per il primo scenario, 1,4 mila miliardi per il secondo, mentre il terzo è un po’ meno costoso, a seconda del carburante sintetico usato:

– PtX e-metano 796 miliardi

– e-metanolo 818 miliardi

– DME 955 miliardi

– FT Diesel/benzina 972 miliardi

Lo studio dell’FVV è utile perché mette in prospettiva la follia di perseguire l’obiettivo del 100% di decarbonizzazione e le pretese associate. Tuttavia, se l’Unione Europea e il governo tedesco decidono comunque di percorrere tale percorso proibitivo, il drastico calo dei consumi energetici che esso comporta non potrebbe essere imposto se non con misure autoritarie.

Basta leggere le proposte del pensatoio “Agora-Verkehrswende”, che consiglia il governo di Berlino, per capire che quanto viene proposto è infatti un’ecodittatura nel nome di una presunta “salvezza del pianeta”. I rappresentanti degli interessi dell’industria e dell’economia reale farebbero bene a denunciare il pericolo.