All’indomani della provocazione imbastita il 30 giugno dal cacciatorpediniere britannico HMS Defender al largo della Crimea, c’è stato un botta e risposta, tra i responsabili dell’incidente (britannici e americani) ed esponenti del governo russo, che ha messo in evidenza la fragilità dei progressi compiuti al vertice Biden-Putin la settimana precedente (foto). È palese l’intenzione di sabotare il potenziale per un nuovo dialogo strategico tra Mosca e Washington emerso al vertice.
La nave britannica ha deliberatamente attraversato una linea rossa e la risposta russa è stata energica, sia nell’immediato, con colpi sparati all’indirizzo della nave, sia successivamente, con l’avvertimento da parte di Mosca del fatto che, la prossima volta che un vascello straniero volesse saggiare le difese marittime russe, verrà affondato.
I britannici continuano a sostenere che non ci siano stati colpi d’avvertimento nei confronti del Defender e che la versione russa dell’incidente sia “disinformazione”. Secondo il membro autorevole di Chatham House (intelligence britannico) Keir Giles, “dopo anni di inganni e disinformazione, le versioni russe di qualsiasi incidente sono automaticamente sospette”. Ma Londra ha ammesso di voler stabilire un principio, come ha confermato un portavoce del Premier Johnson, quello di non accettare il ritorno della Crimea alla Russia. Questa è un’indicazione esplicita del fatto che i britannici giustificano l’intenzione espressa dal Presidente ucraino Zelensky di volersi riprendere la penisola sul Mar Nero. Il giorno prima della provocazione, i ministri della Difesa ucraini e britannici hanno firmato un accordo per l’ammodernamento della flotta di Kiev, comprendente una fornitura di armamenti e la costruzione di due nuovi porti. L’accordo è stato firmato proprio sul Defender.
L’incidente nel Mar Nero è avvenuto nel mezzo delle manovre Europe Defender 21, la più grande esercitazione militare della Nato in Europa Orientale da anni, e Sea Breeze, un war game navale nel Mar Nero cui partecipano 30 nazioni.
Il Presidente russo Putin ha definito il passaggio dell’HMS Defender una “provocazione”, a suo avviso “orchestrata non solo dai britannici ma anche dagli americani”, facendo notare che un ricognitore statunitense si era levato in volo per osservare “quali potessero essere le contromisure [russe] a questo tipo di provocazione”. Ma nello stesso giorno, il primo luglio, nel dialogo annuale con la nazione, Putin ha espresso la speranza di “relazioni più positive” con gli USA. “Il mondo sta cambiando nettamente”, ha detto, aggiungendo: “Il periodo del mondo unipolare è finito”.
Putin pronunciava queste parole due giorni dopo aver firmato un accordo col Presidente cinese Xi Jinping per estendere di altri cinque anni l’“Accordo di Amicizia” tra i due paesi. L’accordo prevede collaborazione bilaterale in campo economico, politico, culturale e per una difesa comune. Secondo l’interpretazione russa dell’accordo, “nel contesto di crescenti turbolenze geopolitiche, la disdetta di accordi per il disarmo e l’accresciuto potenziale di conflitto in numerosi angoli del mondo, il coordinamento russo-cinese svolge un ruolo stabilizzatore negli affari mondiali”.
A breve dovrebbero iniziare i colloqui per il “Dialogo per la Stabilità Strategica” decisi in occasione del vertice tra Biden e Putin. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha gettato acqua fredda sulle aspettative, reiterando l’accusa di Putin secondo cui provocazioni come quella del Defender “sono fondamentalmente pianificate da autorevoli partner oltremare”, aggiungendo che “il cacciatorpediniere era solamente lo strumento di una provocazione”.
Peskov ha espresso il timore che gli americani, compreso Biden, tuttora considerino la Russia un avversario. Sentiamo dire, ha affermato, “parleremo con i russi quando crederemo che ce ne sia bisogno e, la cosa più importante, li puniremo se necessario”. Riconoscendo che i colloqui di Ginevra sono stati “costruttivi”, il portavoce di Putin ha però avvertito che, quando inizieranno, i colloqui per la stabilità strategica non saranno un “dialogo di persone che la pensano allo stesso modo”, ma piuttosto “un dialogo tra due che hanno posizioni completamente opposte su un gran numero di temi”.
Mentre le accuse rivolta da Putin in relazione all’orchestrazione dell’incidente del Defender sono probabilmente precise, la minaccia più grave alla pace continua ad essere l’adesione dei vertici militari e dell’intelligence americano alla dottrina geopolitica britannica. Finché questo aspetto del “rapporto speciale” tra USA e Regno Unito non sarà abbandonato, permane il pericolo che da uno scontro verbale si passi a qualcosa di più serio.