Hillary Clinton ha consigliato Joe Biden di non concedere la vittoria a prescindere dal risultato delle Presidenziali USA. Nel 2018 l’ex segretario alla Difesa James Mattis disse a Dan Coats, direttore della National Intelligence, che „può giungere il momento in cui dobbiamo intraprendere un’azione collettiva” contro Donald Trump, essendo questi „pericoloso” e „inadatto”.
C’è una discussione sull’opzione di usare le forze armate per rimuovere Trump dalla Casa Bianca in caso di un risultato elettorale contestato, rappresentata dalla certezza, espressa da Biden in giugno, che i militari „lo scorteranno fuori dalla Casa Bianca con grande celerità” (cfr. SAS 25, 46-38/20). I siti d’informazione e le voci indipendenti sui social vengono silenziati, colpiti da shadow banning e censurati.
A meno di una vittoria schiacciante l’8 novembre, il voto verrà contestato come non mai. Nel giugno scorso il Transition Integrity Project ha raccolto un gruppo di circa 65 personaggi dell’establishment ostili a Trump per discutere di come assicurare che il sempre più disfunzionale Joe Biden sia insediato alla Casa Bianca nel gennaio 2021. Il loro „wargame”, come l’hanno chiamato, contempla scenari che includono scontri di piazza, continue dimostrazioni di massa, ricorsi legali, stati che si separano dall’Unione e governatori che delegittimano i grandi elettori. Nello scenario di una vittoria di Trump, „non è chiaro che cosa farebbero i militari”.
In un simile periodo, che tipo di idee sarà consentito esprimere sui social media? Il 16 settembre Hillary Clinton ha twittato: „Può esserci la democrazia, o ci possono essere i network sociali che permettono la diffusione di disinformazione sulle elezioni usata come arma. Ma non ci possono essere entrambi. Facebook, Twitter e Google possono e devono agire prima che il danno sia fatto”. In altre parole, la „democrazia” dipende dal controllo sul tipo di informazione che è consentito far circolare. Un inferno orwelliano, totalitario, in cui gli „anti-Trump” evidentemente pensano di poter svolgere il ruolo dei censori. E tuttavia, sostengono che Trump sia la minaccia alla democrazia.
Nel frattempo, le esercitazioni della NATO e delle forze armate USA, mirate direttamente a Russia e Cina, si susseguono nel mondo. Il Segretario di Stato USA Mike Pompeo, come abbiamo già spiegato, è diventato il più rumoroso sostenitore della tradizionale dottrina britannica secondo cui non deve essere permesso che emerga un’altra grande potenza. Trump è per loro inaffidabile, perché nonostante l’aggressiva politica commerciale, ha ripetutamente cercato un rapporto di cooperazione con Russia e Cina. L’apertura dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite offre l’opportunità di costruire un nuovo paradigma nei rapporti internazionali e al contempo fare lo sgambetto ai tentativi di provocare una rivoluzione colorata o persino un colpo di stato a Washington.