Mentre tutta la Francia è nuovamente il lutto per il barbaro attentato terroristico a Nizza (e desideriamo esprimere qui tutta la nostra solidarietà al popolo francese) pubblichiamo oggi un editoriale di Jacques Cheminade, ex candidato presidenziale francese. Con un cambiamento di fase che precede le elezioni presidenziali francesi del maggio 2022, i principali media francesi come la stazione radiofonica France Info, France Culture e France Inter, hanno finalmente rivelato i dettagli sul modo in cui la Corte Costituzionale Francese tra l’estate e l’ottobre del 1995 convalidò i conti fraudolenti della campagna elettorale di numerosi candidati alle elezioni del maggio 1995, e allo stesso tempo non convalidò quelli di Cheminade senza alcun motivo.
Jacques Cheminade: Che cosa significa il rifiuto del mio conto elettorale del 1995

A prima vista può sembrare fuori luogo menzionare proprio adesso il rifiuto dei miei conti elettorali alle elezioni presidenziali del 1995, quando nella mente di tutti i francesi, e non solo, è presente l’abominevole assassinio di un insegnante.
Tuttavia, il legame tra quanto sta accadendo oggi in Francia e queste tristi sessioni del Consiglio costituzionale del luglio-ottobre 1995 è una realtà di fatto. Perché la porta rimane sempre aperta alle barbarie quando la più alta corte di un paese infrange lo stato di diritto. Questo è quello che è accaduto all’epoca e che è ora indiscutibilmente stabilito dalla desecretazione dei documenti dagli archivi nazionali del Consiglio costituzionale, a solo 25 anni di distanza.

I consiglieri del Consiglio Costituzionale non solo hanno convalidato i conti chiaramente irregolari di Edouard Balladur e Jacques Chirac, ma hanno anche respinto il mio ricorrendo ad un’argomentazione giuridica sbagliata e pur non disponendo, per loro stessa ammissione, “di prove materiali”.

Anche i membri del Consiglio Costituzionale hanno confessato
Anche Jacques Robert, all’epoca membro del Consiglio Costituzionale, ha rilasciato una dichiarazione a Le Parisien del 1 ° dicembre 2011, affermando che “la ragione di Stato aveva prevalso sul diritto”.
Allo stesso modo, il presidente del Consiglio costituzionale, Roland Dumas, il 4 maggio 2011, nel programma televisivo Face aux Français su France 2, ha provato a giustificare la convalida dei conti di Balladur e Chirac e non il mio, spiegando senza imbarazzo che io era stato “piuttosto maldestro” rispetto agli altri due. Una strana concezione della giustizia direi, ma ancor di più, una falsa argomentazione: i due candidati di destra non erano stati “meno maldestri” ma protetti da un sistema alquanto subdolo. Anche il conto di Jean-Marie Le Pen era stato convalidato all’epoca, nonostante la sua “mancanza di giustificazione”, senza dubbio perché giudicata appartenente allo stesso mondo politico a cui io non avevo accesso e non farò mai parte.
E non nascondendo affatto il suo cinismo, sempre alla domanda postagli da Lyon Capitale nel numero di settembre 2011, “E’ vero che portava valigie di contante per finanziare la campagna di Mitterrand?”, Roland Dumas ha risposto “Sì, certamente”.
Tutti i francesi che hanno a che fare colla politica sanno che Chirac ha fatto ricorso alle stesse fonti di finanziamento. Noëlle Lenoir, che si diceva “in pace con la sua coscienza”, ha votato contro la convalida del conto di Balladur ma ha difeso ardentemente quello di Chirac, per il quale Maurice Faure ha dichiarato: “Sappiamo da dove viene questo denaro” , che ha fatto “scoppiare il tetto massimo autorizzato” delle spese del candidato. Quanto a Noëlle Lenoir, la sua “pace” è stata convalidata da un ministero sotto la presidenza di Jacques Chirac.
Come ammise Jacques Robert, era necessario “truccare i conti” e trovare dei pretesti legali. Sullo stesso piano dei mafiosi volgari che giocano coi numeri, questo è ciò a cui i consiglieri costituzionali si sono prestati per diverse sessioni.

Quando il Consiglio costituzionale calpesta il codice civile

Il sistema legale è talmente difettoso che Olivier Schrameck, segretario generale del Consiglio, ha insistito affinché il fascicolo non fosse assicurato alla giustizia per evitare il rischio di uno scandalo. Infatti, le disposizioni dell’articolo 1905 del codice civile definiscono un prestito per “natura restitutiva” e in linea di principio senza interessi. Così, contro Cheminade, il Consiglio ha calpestato il codice civile.


Nei rapporti stilati dai relatori, ripresi poi anche dai media, vediamo un sospetto di presunti prestiti ingiustificati e in parte provenienti da un conto in Svizzera. Si trattava infatti di fondi giustificati, provenienti dall’eredità di un attivista. E i relatori hanno aggiunto che il candidato aveva “inventato” le spese, mentre le fatture incriminate erano tutte giustificate dalla comunicazione al Consiglio (con lettera del 22/09/1995) di una copia dei vari documenti stampati. Conclusione di Jacques Robert e Maurice Faure riportata da un articolo su Inrocks del 23 febbraio 2012: “Si sono fatti una verginità sulla sua schiena. Anche France Info e France Inter devono ammettere: “Pur sostenendo regolarmente che ‘il dubbio dovrebbe giovare al candidato’ nel caso dei conti di Chirac e Balladur, i Re Magi hanno quindi deciso di sanzionare il candidato ‘piccolo’.”

Al di là della questione dei conti presidenziali …
Ma c’è molto di più. Il “piccolo candidato” non era solo un capro espiatorio per coprire i grandi. Durante la mia campagna sono stato diffamato dai media e ho un voluminoso fascicolo per dimostrarlo a disposizione di chiunque. Il Consiglio Superiore dell’Audiovisivo (24/04/1995) ha riconosciuto, numeri alla mano, che il mio tempo televisivo era stato di gran lunga inferiore a quello degli altri candidati e della Commissione nazionale di controllo della campagna (20/09 1995) ha riscontrato che ero stato sottoposto a “disparità di trattamento”.


Fino alla fine, lo Stato francese ha lottato duramente per farmi rimborsare personalmente l’anticipo (171.325,46 euro) che mi aveva pagato per le spese della mia campagna, come ha fatto per ciascuno dei candidati. Questa somma è stata finalmente recuperata a scapito del rimborso del mio conto della campagna 2012, che è stato convalidato! Tale implacabilità può essere compresa solo se si esamina ciò che continuavo ad annunciare allora: il crollo di un sistema finanziario internazionale che ha provocato una furia sociale di cui quasi tutti erano complici. Ed è esattamente il punto a cui ci troviamo oggi.
Non mi sento personalmente una vittima, ma mi spiace di più’ essere qui ad evidenziare l’esistenza di una mafia politica che ha portato al disastro in cui siamo. Il rifiuto del mio conto è rivelatore. È il nostro sforzo attuale per un progetto futuro, proposto nella nostra Roadmap, che è essenziale. I membri del Consiglio erano, all’epoca, solo le proiezioni più o meno consapevoli del sistema City e Wall Street. La posta in gioco non è solo quello che sarebbe successo se la mia candidatura fosse stata adeguatamente trattata, ma anche quello che dobbiamo fare tutti oggi per il bene comune e le generazioni future.